Clima, da Roma l’urlo degli scienziati: “ambientalismo radicale è ideologia, rimettere l’uomo al centro”

Oggi a Roma un importante incontro sul tema dei cambiamenti climatici: un gruppo di scienziati alza la voce contro l'ideologia dell'ambientalismo radicale
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Si è tenuta questa mattina presso l’Hotel Nazionale di Piazza Monte Citorio a Roma la conferenza stampa ”Custodire l’Ambiente custodendo l’Uomo” organizzata dall’associazione Pro Vita Famiglia.

Il dibattito

Tra i presenti alcuni autori del volume ”Dialoghi sul clima tra emergenza e conoscenza” (Ed. Rubettino): Franco Battaglia, Professore di Chimica Fisica all’Università di Modena; Giovanni Brussato, Ingegnere minerario; Luigi Mariani, Professore di Agrometeorologia; Ernesto Pedrocchi, Professore Emerito di Energetica al Politecnico di Milano; Nicola Scafetta, Professore associato di Fisica dell’Atmosfera e Clima all’Università ”Federico II” di Napoli.

Prestininzi : ” Aprire un dibattito serio”

“La costituzione nel 1988 dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) sotto l’egida dell’ONU ha sottratto alla Scienza il confronto e il dibattito sulle questioni climatiche e ambientali, spostandolo verso i media e il sistema di comunicazione, assumendo quindi un’esclusiva dimensione politico-finanziaria.” E’ quanto dichiarato dal Alberto Prestininzi, professore ordinario di geologia applicata all’Università degli Studi ”La Sapienza” di Roma. ” È ora di aprire un dibattito serio attraverso un confronto aperto, libero e plurale basato su dati oggettivi e riferimenti scientifici”.

Crescenti: “Scandalo accusare l’umanità di riscaldamento globale”

“Attribuire all’umanità la causa del riscaldamento globale in corso non solo non ha prove scientifiche ma rappresenta anche il più grande scandalo scientifico del nostro tempo“, è quanto ha dichiarato Umberto Crescenti, professore ordinario emerito di Geologia Applicata all’Università ”G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara.

Giaccio: ” Transizione green? Follia”

“Dal punto di vista economico la ”transizione green” è una vera follia: l’Europa vuole ridurre del 40% le emissioni di CO2 entro il 2030. Ciò influirebbe solo dello 0,016%, ma i costi sono enormi, di oltre 300 miliardi di euro all’anno. Non si comprende come la non emissione di questa impercettibile quantità possa influire sul clima e di conseguenza non si comprende lo spropositato volume di denaro impiegato”, ha invece spiegato Mario Giaccio, professore ordinario di Economia delle Fonti di Energia all’Università ”G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara.

Masini: ” Scelte europee minacciano crescita economia”

Il professor Stefano Masini, Capo Area Ambiente e Territorio di Coldiretti, ha sottolineato: “Le scelte europee adottate nel periodo più recente, dall’etichettatura a semaforo alle indicazioni di allarme sul vino; dall’apertura agli insetti al silenzio sulle proteine sintetiche, impongono logiche produttive decontestualizzate, minacciando la crescita economica delle filiere e dei territori e alimentando rischi e preoccupazioni per i consumatori. E’ in gioco l’interesse strategico di salvaguardia del Made in Italy agroalimentare che quest’anno ha raggiunto il valore record di 52 miliardi di euro di esportazione. Solo una cultura diffusa, la partecipazione di cittadini consumatori in termini di responsabilità è in grado di promuovere meccanismi di controllo e contrasto rispetto a questo tentativo in atto di deregolamentazione dell’economia, che viene spacciato anche per iniziative di salvaguardia dell’ambiente e del clima, sulla base di falsi presupposti”.

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