In un articolo del 15 Gennaio della rivista Nature, viene evidenziato come l’eruzione dell’Hunga Tonga abbia provocato una perturbazione costituita da vapore acqueo, in grado di intensificare l’intensità di combinazione radiativa, e questo potrebbe creare un incremento dell’anomalia del riscaldamento globale fino a +1,5°C dal periodo pre-industriale nel prossimo decennio, seppur in modo temporaneo.
Si stima che l’aumento delle possibilità di incremento della temperature globali fino a +1,5°C sarà superiore al 7% nei prossimi 5 anni, ma le politiche governative climatiche, che riguardano in particolare le pratiche di intervento per la mitigazione degli inquinanti climatici nel breve termine, sono tuttora troppo poco diffuse per dominare il fenomeno nei prossimi dieci anni.
L’ultima spettacolare eruzione dell’Hunga Tonga è stata registrata il 15 gennaio 2022 ed è stato uno fenomeni più accuratamente osservati nella storia umana. E’ stato calcolato un indice di esplosività vulcanica di 5, superiore all’ eruzione del Pinatubo del 1991 e ha provocato un fenomeno di perturbazione pressogena che ha l’influenzato i sistemi di equilibrio climatico di tutto il mondo per giorni dopo l’evento climatico.
Da non sottovalutare, l’eruzione è stata notevole anche a causa della composizione della perturbazione a livello della stratosfera: circa 0,42 MTSO-2 di iniezione di anidride solforosa e ha indotto una dispersione di vapore acqueo di 146 mtH2O. L’eruzione dell’Honga Tonga ha provocato la maggiore perturbazione stratosferica del vapore acqueo osservata nell’era satellitare (da questo fenomeno in poi si è potuto rilevare un aumento del 10-15% del contenuto di vapore acqueo della stratosfera), con una modesta iniezione di SO2 di accompagnamento (circa un cinquantesimo delle dimensioni calcolate durate nell’eruzione del Pinatubo). La maggior parte delle grandi eruzioni vulcaniche sono notevoli per la loro perturbazione negativa sulle temperature di superficie globali, poiché emettono grandi quantità di SO2, un particolato che disperde radiazioni gassose sulla superficie della stratosfera. Tuttavia, è possibile che nei prossimi anni un simile fenomeno causerà un temporaneo aumento delle temperature superficiali globali a causa della dispersione di una massa ingente di vapore acqueo e alla mancanza di realmente consistente contro-bilanciamento all’ anidride solforosa sperso durante la violenta eruzione. Alcuni esperti hanno calcolato separatamente l’impatto radiativo dell’iniezione di anidride solforosa, ignorando sostanzialmente l’impatto della grande perturbazione provocata dal vapore acqueo, mentre altri hanno analizzato il particolato formatosi, concentrarsi solo sulla perturbazione radiativa negativa, ma non sull’impatto a livello globale provocato dall’aumento del tasso di idrolisi di SO2 a H2SO4. Stime della perturbazione radiativa combinata derivanti dall’eruzione dell’Hunga Tonga sono dominati dal contributo dell’ingente dispersione di anidride solforosa, con la conseguente perturbazione positiva della forza radiativa dell’eruzione che ha comportato una risposta climatica di portata eccezionale.
Se una grande frazione del pennacchio di vapore acqueo stratosferico iniettato rimarrà nella prossima decade, l’eruzione dell’Hunga Tonga potrebbe, seppur temporaneamente, incidere in misura misurabile
sulla probabilità di un’anomalia continuativa della temperatura superficiale media globale, con un aumento per tutta la superficie terrestre di 1,5°C. Non è lo stesso fenomeno discusso dall’accordo di Parigi, che si basa sull’aumento di temperatura della superficie terrestre (GMST) media in una proiezione futura di diversi decenni, escludendo la tendenza sul lungo termine. Nonostante questo, il primo anno che supererà 1,5°C attirerà l’attenzione dei media, anche se sarà provocato solo parzialmente dall’eruzione dell’Hunga Tonga.