Lo Zantac è un noto farmaco che per circa 40 anni è stato comunemente utilizzato per combattere il reflusso gastroesofageo e anche per il trattamento dell’ulcera peptica. Lo Zantac è composto da ranitidina, una molecola costruita in laboratorio nel 1978 dagli scienziati dei laboratori della Glaxo, una piccola azienda farmaceutica britannica che oggi è un colosso multinazionale che oggi è la 10ª industria farmaceutica del mondo dopo Pfizer, Novartis, Roche, Sanofi, Merck, Abbott Laboratories, Allergan, AstraZeneca e McKesson.
Lo Zantac è stato il principale motivo del successo della Glaxo, che tramite questo farmaco mise in commercio la ranitidina nel 1981, ottenendo un enorme fatturato. La ranitidina divenne presto nel mondo il farmaco più prescritto fino al 1988, quando iniziò in modo lento e graduale ad essere sostituita dall’omeprazolo. Tra 2019 e 2020 lo Zantac è stato ritirato dal mercato e infine vietato al commercio per la presenza nel farmaco di una sostanza cancerogena.
Oggi una notizia molto importante pubblicata da Bloomberg BusinessWeek aggiunge un ulteriore tassello alla vicenda: secondo il colosso dell’informazione newyorkese, infatti, la proprietà e i vertici di Glaxo sapevano della pericolosità del farmaco. Secondo l’inchiesta di Businessweek, infatti, esistono centinaia di documenti che mostrano come il produttore del farmaco abbia taciuto su questi rischi per 40 anni, mentre ufficialmente smentiva l’ipotesi che il farmaco potesse provocare tumori.
I giornalisti Anna Edney, Susan Berfield e Jef Feeley hanno approfondito le affermazioni e le controdeduzioni su Zantac per Bloomberg Businessweek, e in un podcast sull’ascesa e poi il declino di questo farmaco hanno spiegato cosa hanno scoperto.