I meccanismi neurali che condizionano la percezione estetica

Neuroscienze ed estetica: studio sul processo di elaborazione del giudizio estetico
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Si conoscono in modo insufficiente i processi di decodifica della percezione estetico stimoli complessi come l’arte visiva. In uno studio pubblicato sulla rivista Nature è stato evidenziato come tramite un’opportuna combinazione di tecniche di neuroimaging funzionale si è dimostrato che la percezione della vista dipende da un processo integrato di stimoli che attivano la corteccia visiva precoce e tardiva, che si estende rispettivamente nella corteccia parietale e nella corteccia prefrontale laterale. La proiezione dello stimolo visivo permette la produzione del giudizio estetico complessivo che ne facciamo è attivata in primis nella corteccia prefrontale mediale. Queste proiezioni sistemiche a livello celebrale non sono solo coerenti con un meccanismo meramente basato sul giudizio estetico ma sono frutto di una rete neurale combinata.

I risultati di questa ricerca mettono in luce l’esistenza di un meccanismo neuro-computazionale generale che permettono che il giudizio estetico venga formulato in modo rapido e flessibile attraverso gli stimoli visivi e creino una risposta neurale nelle diverse situazioni.

La psicologia ha indagato a lungo il processo che impegna l’uomo durante la formulazione del giudizio estetico e recentemente le neuroscienze si sono potute avvalere di tecniche di neuroimaging. Nonostante ciò, una comprensione molto limitata di come le persone
formano un’opinione estetica, data la complessità dei meccanismi neurali sottostanti questo processo enigmatico. Finora, studi neuroscientifici sul pensiero estetico si sono limitati ad identificare le regioni del cervello che mostrano una maggiore attivazione, lasciando la questione aperta di come il cervello positivamente o negativamente lo stimolo visuale.

Tofill ha cercato di ricoprire questo gap, affrontando questo problema, dal punto di vista delle neuroscienze computazionali, utilizzando metodologie computazionali, formulabili tramite il linguaggio della matematica e raramente risolubili per via analitica.

Per ottenere questo tipo di informazioni, calcoli neurali che portano alla costruzione del giudizio estetico, sono stati compiuti facendo notevoli progressi verso la comprensione di come il cervello crei un giudizio e come questo condizioni il pensiero delle persone.

Segnali di attivazione sono stati trovati in tutto il cervello, ma soprattutto nella corteccia prefrontale mediale (mPFC) e nella corteccia orbito-frontale adiacente. Questo tipo di attività è stato trovato utilizzando la tecnica di stimolo-ricompensa della corteccia prefrontale mediale, in particolare, tenendo conto dei suoi aspetti ventrali, questi calcoli sono serviti per individuare la correlazione dello stimolo con l’esperienza di piacevolezza gustativa, olfattiva, musicale e visiva
stimoli compresi i volti, ma anche l’arte visiva.

Si sa molto meno su come quei segnali di valore vengano generati dal cervello in primo luogo.
Un approccio tipico a questa questione nella letteratura fino ad oggi è quello di assumere che gli stimoli acquisiscano valore attraverso l’apprendimento associativo che il valore di un particolare stimolo è modulato dall’essere associato ad altri stimoli con valore esistente (forse in modo innato).

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