In uno studio pubblicato sulla rivista Nature, viene trattato l’uso dei dolcificanti artificiali nel sistema alimentare internazionale. I dolcificanti artificiali sono stati ampiamente introdotti nella dieta alimentare negli ultimi decenni per ridurre l’apporto di zucchero e delle calorie. Con la crescente diffusione di obesità nella popolazione mondiale i dolcificanti artificiali sono sempre più ingredienti comuni nelle bevande analcoliche e negli alimenti trasformati.
Sono stati persino individuati edulcoranti artificiali nell’acqua del suolo e nell’acqua del rubinetto. I dolcificanti artificiali sono generalmente considerati sicuri da agenzie di regolamentazione (per esempio, US Food and Drug Administration (FDA) e l’Unione europea).
I dolcificanti e l’incidenza di malattie metaboliche
Ma allo stato attuale si sa poco dei loro effetti a lungo termine sulla salute. Ai pazienti con malattie metaboliche, compreso il diabete di tipo 2 e obesità, è spesso consigliato l’uso di dolcificanti artificiali al posto di zucchero, per migliorare il controllo glicemico e per controllare il peso.
I rischi cardiometabolici dei dolcificanti artificiali
Tuttavia, vi è un’evidente diffusione che collega il consumo di dolcificanti artificiali a rischi cardiometabolici, come l’aumento del peso, la resistenza all’insulina, il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari (CVD), comprese le patologie aterrombotiche e la mortalità per sindromi cardiovascolari.
L’eritrolo è un alcool estratto dal carbonio dello zucchero (un poliolo) che è comunemente utilizzato come sostituto dello zucchero. È naturalmente presente in piccole quantità nei frutti e nei vegetali, ma è incorporato negli alimenti trasformati, e viene tipicamente aggiunto in dosi 1000 volte superiori ai livelli endogeni (ad esempio, fino al 60% del peso del cibo in alcune creme o nei prodotti di pasticceria) a causa della minore dolcezza rispetto allo zucchero.
L’eritritolo, presente in modo eccessivo in alimenti comuni negli Stati Uniti
La dose giornaliera di eritritolo nella popolazione totale degli Stati Uniti è stato stimato che possa arrivare a raggiungere i 30 g al giorno in alcuni partecipanti basati sull’Esame della salute e della nutrizione nazionale (Dati dell’idagine del 2013-2014)
Dopo l’ingestione, l’eritritolo è scarsamente metabolizzato e per lo più
escreto nell’urine. Di conseguenza, l’eritritolo è da intendere come un dolcificante a zero calorie o non nutritivo e naturale dolcificante, che ha portato alla sua popolarità in rapida crescita e ha previsto il raddoppio della quota di mercato nel settore degli edulcoranti nei prossimi 5 anni.
I danni dell’eritritolo anche sui più giovani
Non si sa con esattezza che tipo di rischi cardiometabolici provochi l’eritritolo. I primi studi hanno esaminato i potenziali benefici, compreso il potenziale effetto antiossidante, registrato negli animali affetti da diabete. Un altro effetto è il miglioramento della funzione endoteliale dopo l’ingestione per 4 settimane di una bevanda contenente eritritolo in pazienti con diabete.
Tuttavia, in un piccolo studio prospettico, livelli plasmatici di eritritolo tra le matricole degli studenti universitari sono stati associati con l’incidenza nei primi 9 mesi di studio di un aumento di adiposità. In un altro studio, i livelli di eritritolo sono stati associati alla comparsa del diabete di tipo 2.
La struttura difficilmente separabile dell’eritritolo
Come tutti i polioli, la separazione di eritritolo dal suo isomero strutturale è difficile, e questo ne ostacola l’analisi chimica. Un esame dettagliato del rapporto tra eritritolo e malattie cardiovascolari e complicazioni aterrombotiche non è stato ancora reso noto dalla comunità scientifica.
Questo è il motivo sono esplicitate le dosi dei singoli edulcoranti sulle etichette dei cibi, per monitorare gli effetti negativi sul lungo termine. I risultati attuali evidenziano la necessità di stabilire obblighi di rendicontazione, profili di sicurezza e i limiti del loro uso quotidiano.
In generale i dolcificanti artificiali non hanno i benefici previsti
In questo studio, i dolcificanti artificiali, come la saccarina ed il sucralosio, hanno provocato una risposta glicemica alterata nei partecipanti all’esperimento. L’ingestione di diversi dolcificanti è stato associato al rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari. Mentre un numero limitato di studi clinici hanno suggerito potenziali effetti benefici sul breve termine, sul lungo termine non hanno gli effetti previsti.