Ormai da alcuni anni a questa parte quasi tutta la pubblicità del settore automotive è concentrata sulle auto elettriche e le relative vendite aumentano di continuo.
Tuttavia, non tutte le persone sono convinte sulla scelta dell’elettrico.
Recentemente ho letto delle lamentele da parte di una tale che si dichiarava disperato dopo aver acquistato un’auto elettrica, tant’è che si prodigava anche, con un accorato appello, a far desistere chi intendesse comprarne una.
Al riguardo c’è da dire che ogni innovazione apparsa nella Storia, prima di essere metabolizzata e di diventare una cosa normale, da parte di tanta gente è stata dapprima ignorata, poi spesso avversata con le motivazioni più disparate.
Vediamo allora di fare chiarezza sull’argomento.
Un motore elettrico ha un rendimento che è circa il triplo del motore endotermico.
In termini pratici, per produrre 1 kWh di energia meccanica (quella che serve per far marciare l’auto), un motore a benzina consuma circa 3 kWh di energia (prodotta dalla combustione del carburante), mentre un motore elettrico consuma poco più di 1 kWh.
E ciò, semplicemente, perché i due terzi dell’energia prodotta dal motore a combustione si perde in rumore e calore, mentre invece il motore elettrico non spreca quasi nulla dell’energia immessa.
Quindi, al di là di tutto, il motore elettrico è decisamente più efficiente di quello termico; inoltre non produce monossido di Carbonio, idrocarburi non combusti, Ossidi di azoto, Ossidi di Zolfo e di Particolato carbonioso, né altre scorie; quindi è decisamente non inquinante quantomeno direttamente.
Purtroppo, però, non è tutto rose e fiori. C’è un problema: produrre energia è molto più facile farlo bruciando idrocarburi, perché essi sono molto più facili da stoccare e da trasportare, anzichè utilizzando l’energia elettrica, perché questa è molto più costosa da immagazzinare e da trasportare.
Parlando di auto, infatti, rispetto ad un’auto a benzina o gasolio ed a parità di autonomia, ad un’auto elettrica servono batterie molto ingombranti, pesanti, costose e di durata non infinita, al posto di un banale serbatoio di carburante.
E allora?
Ribadiamo: un’auto elettrica consuma molta meno energia di un’auto tradizionale e non inquina l’ambiente. Questa non è un’opinione: è matematica elementare.
Tuttavia c’è da ragionarci un po’ prima di acquistare un’auto elettrica, avendo consapevolezza dei limiti, almeno oggi, di una tale scelta. Esattamente come peraltro si fa di solito per ogni acquisto di una certa importanza. Per capirci meglio facciamo degli esempi.
Se voglio acquistare un’auto ed ho una famiglia numerosa non prenderò mai una piccola utilitaria; se sono alto 1 e 90 e voglio viaggiare comodo, non comprerò una Panda o una Yaris; se voglio avere la possibilità di trasportare molti bagagli, sarà meglio che acquisti una station wagon; Infine se non mi importa dei consumi, se me lo posso permettere e se dispongo di un garage, potrei anche comprare una Ferrari.
In termini pratici, prima di un acquisto importante, è bene valutare alcuni parametri, per evitare di acquistare qualcosa che non sia adeguatamente utilizzabile e gestibile per le finalità che si ritengono prioritarie. Poi faccio le mie scelte.
Se ho comprato un’auto a due posti e poi voglio viaggiare con tutta la famiglia, appare evidente che ho sbagliato acquisto. Così come non dovrei lamentarmi se, dopo avere comprato una Ferrari, mi presentassero un conto di 2.000 euro per un tagliando. E così via.
Io possiedo una Smart elettrica. Ha una scarsa autonomia (poco più di 110 Km), per cui non posso andare fuori città, se non nelle vicinanze. Quando l’ho comprata, ciò lo sapevo bene, ma ho ritenuto, possedendo anche un’altra auto (ibrida) più grande, che quelle limitazioni non sarebbero state per me un problema.
Veniamo al costo di esercizio: con un abbonamento di 25 euro al mese faccio 4 o 5 ricariche rapide (40/50 minuti) presso una delle colonnine in città, con un costo per kWh di circa 33 centesimi.
La batteria ha una capacità di circa 17 kWh, equivalente (in termini idi energia stoccabile) a poco più di un litro e mezzo di benzina. Un pieno costa quindi un po’ più di 5 euro; se fosse un pieno di benzina costerebbe invece, 3 euro. Ma allora dov’è il vantaggio?
Come si diceva prima, il motore elettrico ha un rendimento che è triplo di quello a benzina: ciò significa che per pareggiare i conti con una carica completa di energia elettrica (5 euro), di benzina dovrei spendere 9 euro. Anche a chi ha fatto solo le scuole elementari appare evidente che 9 euro sono più di 5.
Sfatato il mito del costo d’esercizio, passiamo a parlare delle possibilità di ricarica.
In effetti, non sempre si riesce a trovare la colonnina libera esattamente dove fa più comodo. Ma, con ogni probabilità, con il passare del tempo, sarà sempre più facile trovarne una disponibile, dato che se ne installano di nuove continuamente.
Anche quando si diffuse la televisione in Italia c’erano alcune zone non coperte dal segnale. Tuttavia non risulta che, 60 anni fa, ci fosse gente che si prodigasse a mettere in guardia il prossimo dall’effettuare un acquisto temerario. Né, tantomeno, che qualcuno, dopo avere acquistato un televisore, si fosse suicidato perché, per un certo periodo, non riusciva a vedere sempre e bene quell’unico canale allora disponibile
In ogni caso, attingendo ad una semplice presa casalinga da 220 Volt, in garage, è pur sempre possibile effettuare una ricarica efficace, seppur lenta. Fermo restando il fatto che, per chi non dispone di garage o della possibilità di avere un punto luce utilizzabile allo scopo, il discorso ricarica rimane comunque non comodissimo ad oggi.
Ad onor del vero è giusto aggiungere che, se si ricarica l’auto a casa, bisogna fare i conti con il prezzo del proprio contratto di fornitura elettrica, che oggi, per la situazione contingente internazionale, è in genere superiore al valore prima indicato.
E altrettanto, accade se si utilizza il circuito stradale con una tariffazione pay per use e non in abbonamento.
Di certo, l’elettrico, non rappresenta per tutti la scelta ottimale.
Tuttavia bisogna pur ricordare che quando la stampa fu inventata, non tutti potevano fruirne, perché c’erano ancora tanti analfabeti. Tuttavia nessuno pensò che non si dovessero stampare libri e giornali perché la lettura non era appannaggio di tutti.
Si sa che le novità fanno spesso paura, specie in certi soggetti meno propensi al cambiamento, per non parlare di quelli che ritengono che le aziende più innovative cospirino a soggiogare il mondo, anzichè contribuirne al progresso.
D’altra parte spararle grosse e gridare al “complotto dei poteri forti” è sempre più facile, anzichè cercare di capire. E fa anche più presa su certa gente.
Da parte mia, a conti fatti, non mi pare proprio che acquistando un’auto elettrica abbia preso una fregatura e sono lieto di poter contribuire, nel mio piccolo, ad avere un ambiente migliore.