Il meteorite di San Valentino “si chiamerà Matera, qui è successo qualcosa di eccezionale” | FOTO

"Un evento davvero eccezionale che probabilmente non si ripeterà mai più"
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    Foto ANSA
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    Foto diffusa il 18 febbraio dal Comune di Matera
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    I frammenti della meteorite caduta la sera di San Valentino nella zona Nord di Matera. Credit PRISMA/INAF
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    La piastrella della balconata scheggiata dall’impatto della meteorite. Credit PRISMA/INAF
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    Ensemble dei frammenti finora ritrovati. Gli esperti di Prisma non escludono che ce ne possano essere anche altri nella zona. Credit PRISMA/INAF
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MeteoWeb

A San Valentino, verso le 7 di sera, un luminoso bolide è stato osservato da numerosi testimoni, mentre solcava il cielo della Puglia e della Basilicata da Nord/Est. Il sasso spaziale ha raggiunto terra: il meteorite è caduto nella zona Nord di Matera: l’individuazione è stata resa possibile grazie alla rete Prisma.

Porterà il nome di Matera il meteorite caduto alla periferia a Nord della città dei Sassi, la notte di San Valentino“: è quanto ha annunciato durante una conferenza stampa Giovanni Pratese, docente dell’Università di Firenze. “Quanto accaduto qui ha dell’eccezionale. Non solo è stato osservato il bolide, ma all’osservazione ha fatto seguito il ritrovamento, un caso davvero raro. Inoltre, ne sono stati misurati i parametri e, quindi, la traiettoria e l’orbita“.

L’episodio si inserisce in un contesto di tre eventi avvenuti in tre giorni successivi: in Francia il 13 febbraio, in Italia a Matera il 14 febbraio e il 15 in Texas. Questo, contando che quelli registrati dal 1960 ad oggi sono circa 40, è un evento davvero eccezionale che probabilmente non si ripeterà mai più,” ha dichiarato all’AGI, Dario Barghin dell’Università degli studi di Torino, a Matera, a margine della conferenza stampa.

Nelle prossime ore i frammenti recuperati su un balcone perimetrale di una casa privata in Contrada Serra Paducci saranno portati ai Laboratori del Gran Sasso, per essere analizzati.

I frammenti dovranno tornare a Matera, ultimate le analisi e le ricerche necessarie. Stiamo già ipotizzando di posizionarli nel Museo nazionale che ospita già i resti della balena Giuliana oppure nella casa delle tecnologie emergenti o, ancora, nel Centro di geodesia spaziale,” ha spiegato all’AGI il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, a margine della conferenza stampa. “L’importante è che i frammenti tornino a Matera e diventino un altro attrattore turistico naturalistico della città“. “Siamo pronti a generare iniziative di turismo astronomico“, “forti anche del fatto che Matera, ha sempre avuto una connessione con il Centro di geodesia spaziale e si appresta a migliorare le condizioni per l’osservazione del cielo grazie ad un progetto volto all’abbassamento dell’inquinamento luminoso con l’ammodernamento con luci led dell’impianto di pubblica illuminazione“.

Il ritrovamento del meteorite di San Valentino

E’ un evento eccezionale, quello verificatosi la sera di San Valentino sul balcone di casa del consigliere comunale Gianfranco Losignore tra le contrade Rondinelle e Serra Paducci, dove sono caduti frammenti del meteorite di cui si parla da giorni in Italia.

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I frammenti della meteorite caduta la sera di San Valentino nella zona Nord di Matera. Credit PRISMA/INAF

La straordinarietà di questo intervento è stata nella capacità di aver fatto funzionare al meglio il sistema “Prisma”, una sorta di videosorveglianza su atmosfera e meteore, il quale in Puglia ha alcune camere che hanno osservato questo grosso evento. Noi ci siamo allarmati, e attraverso le immagini di Prisma siamo riusciti a capire dove sarebbe potuto cadere esattamente il meteorite, ovvero alla periferia nord della città dei Sassi. Poi siamo entrati in contatto con Gianfranco e Pino Losignore, che sono stati molto gentili e disponibili consentendoci di recuperare i materiali in condizioni straordinariamente buone,” ha spiegato Carmelo Falco, dell’Istituto nazionale di astrofisica, al sindaco di Matera Domenico Bennardi. “Si tratta di frammenti che hanno impattato contro la loro casa non contaminandosi con il terreno, quindi dalle analisi e ricerche questo materiale ci darà informazioni incredibilmente accurate e straordinarie. E’ un ritrovamento estremamente raro, per cui in queste condizioni probabilmente in Italia forse è la prima volta che avviene una cosa del genere, o quantomeno la seconda dopo Cavezzo. Matera è in vetrina anche per questo evento, complimenti“.

Un evento eccezionale perché è stato il bolide di San Valentino a trovare noi…”: è il commento di Giuseppe Losignore, che con il fratello Gianfranco, ha trovato nei giorni scorsi il frammento di meteorite, tra le contrade Rondinelle e Serra Paducci, a Matera. ”I nostri genitori – ha ricordato Giuseppe Losignore, appassionato di astronomia – hanno avvertito un botto nella serata del 14 febbraio, ma non ci hanno fatto caso. E’ stato successivamente che ho notato il pannello fotovoltaico in frantumi e il taglio su una piastrella, fatta in materiale ultraresistente, che è difficile da intaccare. Poi ho trovato i frammenti, di dimensioni diverse, bruciacchiati e dalla lucentezza metallica. Ho pensato che dovesse essere qualcosa di importante. E mi sono attivato contattando la Rete Prisma. Il dottor Falco che ci ha raggiunti e ha confermato quanto immaginavamo”. Il fratello Gianfranco, consigliere comunale, ha spiegato: ”Si trattava di materiale extraterrestre, giunto a Matera, una terra dalla storia millenaria. Il ritrovamento contribuirà a conoscere le origini della Terra. Per noi è un evento indimenticabile e appassionante, che non è ancora finito”.

Ieri ritrovato un altro frammento

Ieri è stato rinvenuto un altro reperto del meteorite di San Valentino: è stato confermato stamani nel corso della conferenza stampa. Il reperto è stato rinvenuto nelle vicinanze dell’abitazione da Silvia Padilla con un magnete, insieme a Pierluigi Cox, dell’associazione ternana astrofili. È, per consistenza, il più grande (intorno ai 10 gr all’incirca) tra i 100 di dimensioni diverse raccolti – per complessivi 70 gr – che vanno da pochi micron a 2-3 grammi.

La meteora di San Valentino arriva dalla fascia di asteroidi fra Marte e Giove  

La meteora di San Valentino è arrivata dalla fascia degli asteroidi che si trova fra Marte e Giove. Lo indicano i calcoli preliminari della traiettoria, elaborati dalla rete PRISMA dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). “Prolungando all’indietro la traiettoria della meteora è possibile capire da dove viene e, in questo caso, i calcoli preliminari, indicano che la zona di provenienza è la fascia principale degli asteroidi che si trova fra Marte e Giove”, ha detto all’ANSA Daniele Gardiol, coordinatore nazionale di PRISMA. Calcoli matematici permettono anche di individuare l’area di arrivo del meteorite. “E’ così che sono stati trovati i frammenti a Matera“, ha detto ancora. “Finora sono stati recuperati 70.000 meteoriti, ma solo un migliaio sono quelli visti cadere da testimoni oculari”. 

La rete PRISMA

Il progetto PRISMA (Prima Rete Italiana per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera), promosso dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e sostenuto con convinzione da Fondazione CRT, si articola attraverso una rete di videocamere all-sky, installate in diverse località del territorio italiano, da dedicare all’osservazione di meteore brillanti – i cosiddetti “bolidi” – con il fine di determinare le orbite degli oggetti che le provocano e delimitare con un buon grado di approssimazione le aree dell’eventuale caduta di meteoriti, che può essere associata a questi eventi.

L’obiettivo finale del progetto è quello di creare una rete di stazioni osservative, con maglie che non superino i 100 km di ampiezza, che si estenda su tutta l’Italia e che coinvolga soggetti pubblici e privati impegnati nella ricerca scientifica, nella divulgazione della scienza, nell’insegnamento. La rete, seppure ancora in fase di ulteriore sviluppo (v. paragrafo successivo) già si interconnette con un analogo programmi già in funzione in Francia, Spagna e centro Europa.

rete prisma
Mappa delle installazioni della rete Prisma in Italia aggiornata a febbraio 2023

Sessanta stazioni in 4 anni

Attualmente sono installate e in funzione oltre sessanta videocamere su tutto il territorio nazionale, acquistate da diversi enti (alcune camere grazie all’impegno della Fondazione CRT che dall’inizio sostiene il progetto nel suo complesso), tutte con le stesse caratteristiche in modo da rendere scientificamente confrontabili i dati da esse acquisiti. La cosiddetta “prima luce”, cioè il debutto operativo del progetto, è avvenuto all’inizio del mese di marzo 2017. La mappa delle stazioni attualmente operative (punti rossi) è rappresentata graficamente nella cartina seguente, insieme a quelle già acquistate e in corso di installazione (punti arancioni), quelle in fase di acquisto (punti gialli) e quelle in manutenzione (punti viola). In quattro anni, quindi, la rete PRISMA ha saputo diffondersi sul territorio nazionale fino a includere complessivamente settanta installazioni, coinvolgendo una quarantina di enti diversi e ha ottime possibilità di estendersi ulteriormente su tutto il territorio nazionale nel giro di pochi anni.

Aspetti culturali innovativi

Oltre al valore scientifico, presente in tutte le fasi del progetto, l’aspetto interessante e veramente innovativo, almeno per la realtà italiana, è che la rete PRISMA vede coinvolto, oltre a personale scientifico dell’INAF e di alcune Università, anche gruppi di astrofili e studenti delle scuole secondarie (sulla base del progetto di “alternanza scuola lavoro”), seguendo la filosofia dei citizen science networks. Questo aspetto del progetto si situa nell’ambito di PRISMA-Edu, che viene sviluppato grazie anche al sostegno finanziario della fondazione CRT. Il potenziale del progetto in termini di ricerca, divulgazione e coinvolgimento dei mass media e del pubblico è molto grande, come ha dimostrato l’eco avuto sui media avuto in occasione degli avvistamenti più importanti, fra i quali spicca certamente quello che ha portato, all’inizio del 2020, al ritrovamento sul territorio di un meteorite, nel Comune di Cavezzo in provincia di Modena. Il tema della caduta di materiale extraterrestre e la possibilità di osservare il fenomeno, comprenderne l’origine e studiarne la composizione, ha un impatto molto grande presso il pubblico, con una forte ricaduta educativa. Inoltre, nel momento in cui viene individuato un evento che può potenzialmente dare luogo alla caduta di un meteorite, i partecipanti al progetto vengono coinvolti insieme alle autorità locali anche nella fase di ricerca al suolo, con evidenti connessioni con la geografia, la cartografia, l’orientamento sul terreno.

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