Un nuovo modello teorico ha fatto luce sul comportamento delle onde gravitazionali, che si schierano in prima linea negli scontri tra buchi neri: una nuova ricerca permetterà di svelare cosa accade durante queste collisioni, mettendo alla prova la teoria della relatività di Einstein, testandone nuovamente la validità.
Lo studio è stato condotto da ricercatori guidati dalla Columbia University, e i risultati sono stati pubblicati su pubblicato su Physical Review Letters.
Dal 2015, quando sono state rilevate per la prima volta, le onde gravitazionali hanno consentito l’osservazione di circa un centinaio di scontri tra buchi neri. Fino ad oggi, però, i modelli delle onde gravitazionali emesse dopo la fusione di due oggetti di questo tipo includevano solo interazioni lineari, sufficienti a fornire informazioni su struttura e contenuto. Assente finora il contributo dato dalle interazioni non lineari.
Per rendere l’idea gli autori dello studio hanno descritto le onde come se avvenissero in un oceano: un’onda che sale e scende senza schizzi potrebbe essere descritta con un’equazione lineare, ma un’onda che schizza e si infrange mostra interazioni non lineari e, ignorandole, si può avere solo un quadro parziale.
Grazie al nuovo studio, i ricercatori sono riusciti ad includere nel modello una parte di queste interazioni particolari tra onde, portando ad un’accuratezza maggiore del 10%. “E’ un grande passo per prepararci alla prossima fase del rilevamento delle onde gravitazionali,” ha commentato Macarena Lagos, co-autore.
E’ infatti il programma la ripresa delle osservazioni da marzo di quest’anno, con i rivelatori di onde gravitazionali, rimasti fermi negli ultimi 2 anni per aggiornamenti.