Il pallone-spia cinese abbattuto sullo spazio aereo degli Stati Uniti possedeva antenne che gli avrebbero permesso “di raccogliere e geolocalizzare le comunicazioni“. Aveva inoltre pannelli solari grandi abbastanza da produrre energia per far funzionare “più sensori di raccolta di informazioni“.
Queste – secondo quanto riporta il New York Times – sono alcune delle evidenze riscontrate dali esperti che analizzano i resti del pallone recuperati dopo l’abbattimento. Le agenzie di intelligence sono giunte alla conclusione che le antenne fossero in grado di localizzare dispositivi di comunicazione, inclusi telefoni cellulari e radio, e di raccogliere dati. Non è noto quali tipi di dispositivi siano stati presi di mira. Le frequenze radio possono essere rilevate dai satelliti orbitali. I segnali dei telefoni cellulari sono più difficili da rilevare dallo spazio, ma raggiungono il punto in cui il pallone stava andando alla deriva, a 60mila piedi. Le agenzie non hanno ancora definitivamente stabilito se il pallone avrebbe dovuto sorvolare parte degli Stati Uniti, compresi i siti di armi nucleari, o se sia stato portato fuori rotta o abbia avuto un guasto meccanico.
Secondo l’amministrazione Biden, i palloni spia cinesi sarebbero fabbricati da una o più aziende che vendono prodotti ai militari cinesi, un dato che rafforza le ipotesi sui legami tra imprese a conduzione civile e i militari nel paese, quello che le fonti citate dal giornale definiscono “fusione militare-civile“. Gli investigatori ritengono che la maggior parte del materiale elettronico sia sparsa sul fondo dell’oceano: il pallone era alto circa 61 metri.
Non vi sono indizi dai quali si evinca se la struttura trasportasse armi. Priorità assoluta per gli inquirenti è ora apprendere esattamente quale tipo di informazioni sulle comunicazioni il pallone fosse in grado di raccogliere. Si cerca però anche di capire se le attrezzature del pallone utilizzino in parte la tecnologia di società americane o altre società occidentali. Una scoperta di questo tipo potrebbe condurre l’amministrazione Biden verso azioni più dure per garantire che le aziende non esportino in Cina tecnologia che potrebbe essere utilizzata dalle agenzie militari e di sicurezza del paese.