Salute mentale, aumentano le richieste d’aiuto: il SSN è al collasso

Salute mentale, aumentano le richieste d'aiuto soprattutto tra i più giovani, ma il SSN è al collasso. Il privato solo per chi se lo può permettere
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I centri di salute mentale sono al collasso. Ma aumentano le richieste d’aiuto dei più giovani. I medici sono troppo pochi e chi soffre di un disturbo mentale non può contare sul servizio sanitario nazionale.

Se ci si rivolge al Pronto Soccorso al più se ne esce con la prescrizione di uno psicofarmaco. L’unica soluzione è rivolgersi al privato, ma solo per chi se lo può permettere.

Salute mentale e bonus psicologo, la truffa

Le richieste di contributo al bonus psicologo sono fioccate sul sistema informatico dell’Inps lo scorso autunno. Parliamo di cinquanta euro per al massimo dodici sedute. Alla fine solo una domanda ogni dieci è stata accolta e i fondi sono stati stanziati non in base alla gravità del disagio, ma secondo la ricchezza del richiedente. E terminate le dodici sedute? Il governo ha rifinanziato la misura con cinque milioni per quest’anno e altri otto per il 2024.  Quindi chi ha un problema di salute mentale dovrà contattare il centro della propria zona e affidarsi al servizio sanitario nazionale.

Giovanissimi i più colpiti

I più colpiti dal disagio mentale sono i bambini e gli adolescenti. Nell’arco di soli quattro anni i suicidi nelle strutture sono triplicati. Il problema più frequente è quello dei disturbi alimentari, in crescita anche i casi di autolesionismo e i sintomi ansiosi.

In Italia si sta sottovalutando la marea di quattro milioni di italiani con un disagio mentale, che solo in minima parte è assistita dal pubblico, visto che le Asl hanno in carico poco più di 800mila pazienti. E’ infatti l’intero settore delle cure mentali ad attraversare un momento di grave criticità.

Mancanza di personale e la corsa al farmaco

In mancanza di personale medico e infermieristico, i medici di base e gli specialisti fanno sempre più ricorso ai farmaci: secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero della Salute, i pazienti trattati con antipsicotici erano 14 ogni mille abitanti nel 2015, oggi sono 20 ogni mille abitanti; quelli curati con antidepressivi erano 124, saliti a 126,5 ogni mille abitanti.

Per chi se lo può permettere, l’alternativa ai farmaci è ricorrere a cure private, tant’è che i dati della cassa previdenziale degli psicologi raccontano come il reddito medio dei professionisti per le visite private è cresciuto del 27 per cento tra il 2020 e il 2021. Ad arricchirsi sono i privati a discapito del servizio pubblico e in tutta questa situazione drammatica il bonus psicologo serve a poco o niente. La maggior parte dei pazienti infatti che intraprende una terapia farmacologica è costretto a interromperla per mancanza di soldi. Niente di più sbagliato e controproducente.

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