Situazione sempre più grave per la siccità nel Nord Italia: il Centro Internazionale per il Monitoraggio Ambientale CIMA Research Foundation ha pubblicato i dati sull’innevamento stagionale che documentano come al 15 febbraio manca quasi la metà della neve media attesa a livello nazionale (-45%). La situazione più grave è quella del Nord: sul bacino del Po il deficit in termini nivometrici è del 61%, in linea con quello dello scorso anno (2022) quando poi nei mesi successivi la siccità è stata disastrosa.
Gli esperti del CIMA spiegano che nel bacino del Po al momento c’è un terzo della neve che c’è normalmente in questo periodo dell’anno in base ai dati dello scorso decennio. “Oggi stimiamo circa le stesse risorse idriche nivali dell’anno scorso e ci avviciniamo al periodo di massimo accumulo. Il tempo per accumulare la neve sta finendo, inizierà a fondere in primavera“, scrivono gli esperti. Gli esperti hanno pubblicato i dati che evidenziano la gravità della situazione, con tanto di grafici. Il volume dell’innevamento della totalità del territorio italiano è adesso molto basso, in linea con quello di un anno fa, ben al di sotto della media storica:
L’anomalia dell’innevamento sull’Italia in questo momento è drammatica, e non è limitata al Nord anche se sulle Alpi ci sono le condizioni più critiche. Abbiamo oltre il 60% in meno della neve che solitamente dovrebbe esserci su gran parte dell’arco alpino, e questo deficit di neve si trasformerà nel futuro deficit idrico nei prossimi mesi, a meno di eventi climatici importanti che ribalteranno la situazione:
La situazione più critica è proprio quella del fiume Po, che ha un -61% di deficit idrico legato all’innevamento per il proprio bacino, un dato esattamente in linea con quello dello scorso anno. Ed è un dato che purtroppo peggiorerà drammaticamente nei prossimi giorni, in quanto l’Anticiclone sta determinando molto caldo che sta sciogliendo la già poca neve presente al suolo, e questa situazione durerà almeno altri 8-9 giorni.
La situazione è molto pesante anche al Nord/Est, dove abbiamo circa il -50% delle risorse nivali. Nel bacino del fiume Adige il deficit si attesta al momento al -52%, che significa peggio dello scorso anno con oltre mezzo miliardo di metri cubi d’acqua in meno rispetto al 2022. I fiumi Po e Adige ospitano circa il 75% delle risorse idriche nivali nazionali al picco di accumulo e quest’anomalia così grande è molto preoccupante per la prossima stagione primaverile ed estiva:
La situazione è molto diversa al Centro/Sud, dopo le recenti abbondanti nevicate. In ogni caso l’innevamento ha un minore impatto sulla siccità al Centro/Sud, perchè sull’Appennino la neve cade in modo anche eccezionalmente abbondante ma poi fonde rapidamente e in ogni caso scompare quasi completamente prima dell’inizio dell’estate. Nel bacino del fiume Tevere oggi abbiamo un deficit del -34% ma appena una settimana fa avevamo un importante surplus. In queste zone la neve viene chiamata “marittima” e si caratterizza proprio per la rapidità di accumulo e scioglimento, come testimonia anche il grafico storico:
Dal punto di vista storico, rimane circa un mese per l’accumulo di neve, dato che il picco di accumulo in Italia si verifica nei dieci giorni intorno al 4 marzo. Abbiamo visto nelle previsioni meteo di oggi che all’orizzonte c’è un’importante novità che potrebbe determinare nuove e abbondanti nevicate che sarebbero una manna per contrastare l’attuale siccità: l’innevamento attuale nell’area alpina è davvero ai minimi termini rispetto alla normalità stagionale.
L’anomalia più importante è quella che sta interessando il fiume Po. Nel suo tratto più centrale, al confine tra Emilia Romagna e Lombardia, possiamo notare un’impressionante condizione di secca rispetto allo stesso periodo di due anni fa che ha anche trasformato i terreni circostanti, decisamente più scuri. Le amministrazioni locali sono già in preallarme e in alcuni comuni minori l’acqua viene già razionata. Un problema che nei prossimi mesi, senza un’inversione di tendenza, si estenderà inevitabilmente anche alle città.