La bellezza della neve è qualcosa di così magico che è molto difficile da spiegare a parole. Gli appassionati di meteorologia e in modo particolare i nivofili vivono le emozioni date da una grande sensibilità rispetto all’ambiente, al paesaggio, alla geografia e alla neve in sè. Tra questi c’è Stefano Zerauschek, un ragazzo particolarmente conosciuto negli ambienti della meteorologia per la sua bravura fotografica, oltre che meteorologica. Triestino, quindi particolarmente vicino al paradiso naturalistico di Slovenia e Croazia, Stefano nelle scorse settimane ha avuto finalmente l’occasione di dare sfogo alla propria passione inseguendo la neve che è caduta in modo abbondante appena oltre il confine italiano. “E’ stato il periodo più freddo dell’inverno, frutto di un rigurgito e quindi finito per esaurirsi rapidamente schiacciato dai 1040hpas di pressione… e dando poi l’avvio a una fase secca e progressivamente, rapidamente, più mite, come tipico di tali situazioni a febbraio inoltrato. Allo stesso modo fini la ben più lunga, ripetuta, rigida e violenta onda di gelo del febbraio 2012“, ha spiegato pubblicando le più belle fotografie realizzate nei giorni scorsi. Aggiungendo che “io vado, se posso, dove c’è neve! La neve è un amore nato nella prima infanzia, ma ora è anche una necessità per la natura, un placebo di grande aiuto, lo si può sentire quando si passa per le aree innevate, LET IT SNOW“, un messaggio semplice ma particolarmente toccante per gli altri appassionati che si immedesimano straordinariamente in queste parole.
Stefano ha spiegato che “oltre 100cm di neve sono ancora presenti nelle aree interne del Gorski Kotar, Velika Kapela, Lika e Velebit in Croazia; buoni anche gli accumuli sulle aree carsiche interne della Slovenia, in particolare Bloke, Vidovska Planota, Nanos e Ad Pirum e, sempre in Slovenia, tutta l’area collinare e pre-alpina giuliana orientale da Skofja Loka a Cerkno, Bohinjska Gora, Pokljuka, nonché le dirimpettaie Caravanche e Carinzia austro-slovena. Di contro a secco gran parte della Carnia, del Comelico, del Cadore e delle Dolomiti friulane e venete“.
La prima foto è di una bellezza selvaggia: Stefano è ai piedi degli Javorniki nella zona di Parje, a circa 600 metri sul livello del mare, il mattino del 23 gennaio, mentre Trieste, ad appena 30 km lineari, si trovava in totale ombra pluviometrica con +9°C per i forti venti orientali che soffiavano ad oltre 200km/h sulle Dinaridi, una vera tempesta di rara intensità. Siamo nella zona di Postumia, località turistica famosa per le proprie grotte, in un’area carsica che si trova nel sud-ovest della Slovenia e fa parte delle Alpi dinariche più settentrionali:
Uno scatto lungo il percorso di Stefano, “più o meno, nei pressi della sella denominata “Ravno Podolje”, a 928 metri di altitudine, sempre in Gorski Kotar, la quale, insieme alla vicina e più nota “Gornje Jelenje” divide l’area interna (Crni Lug, Gerovo, Prezid) sotto la municipalità di Delnice, da quella litoranea di Rijeka. Qui la Bora raggiunge medie “assfissianti”… Tra l’altro, cartello a sinistra, è in vendita l’area più battuta, per gli amanti dei capelli al vento è un’occasione d’oro“:
Infine una bellissima immagine crepuscolare di Kamnisko-Savinjske Alpe, tra Carinzia e Koroska, all’estremo nord della Slovenia. Stefano è arrivato sulle Alpi di Kamnik e della Savinja e fanno parte della più nota area denominata Carinzia, qui slovena, sita nel estremo nord, confinante con l’Austria della Slovenia centrale; il capoluogo è Solcava, 537 abitanti, difficilmente a Trieste lo conosce qualcuno. Tranne Stefano, ovviamente. Che ringraziamo per aver concesso a MeteoWeb la possibilità di condividere queste immagini ed emozioni davvero straordinarie.