Terremoto Turchia, tra i soccorsi da tutto il mondo grandi assenti i medici italiani

Nessuna squadra di operatori sanitari specializzati da parte dell'Italia, nonostante sia stato mandato un ospedale da campo dalla Regione Piemonte
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Una catastrofe umanitaria senza precedenti che ha colpito Turchia e in Siria dopo i terremoti dello scorso 6 Febbraio. I dati registrano più di 21.000 morti certi e più di 300.000 sfollati esposti alle temperature gelide invernali e privi di beni di prima necessità, come un alloggio, il cibo, l’acqua e i servizi igienici, ha richiesto l’attivazione della macchina internazionale degli aiuti. Al momento, la situazione in tutta la Siria nordoccidentale è come nessun’altra crisi al mondo e gli effetti a catena di questo disastro hanno colpito migliaia di bambini.

Bruxelles ha azionato in modo tempestivo il “meccanismo di protezione civile”, inviando i soccorsi nelle terre terremotate, con squadre e di soccorritori provenienti da Paesi Bassi, Romania, Bulgaria, Croazia, Francia, Grecia, Polonia e Repubblica Ceca. Si tratta di personale per il soccorso logistico, specializzato nella ricerca e salvataggio in contesti urbani.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron hanno inviato aerei con aiuti per le zone terremotate. Così come, la Spagna che ha “immediatamente mobilitato uomini e droni”. Mentre il responsabile della diplomazia della Polonia, Mariusz Kaminski ha promesso l’invio di 76 pompieri e otto cani da soccorso. Rishi Sunak, premier del Regno Unito, ha dichiarato di essere “pronto a garantire il proprio aiuto con tutti i mezzi possibili”. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è reso disponibile a “fornire tutto l’aiuto necessario, quale che esso sia”. Anche numerose squadre di aiuto logistico sono partite dalla Cina con uomini e cani specializzati nella ricerca di sopravvissuti sotto le macerie.

Il contributo alla macchina dei soccorsi da parte dell’Italia

L’Italia ha mandato operatori della Protezione civili a rinforzare la macchina internazionale dei soccorsi per sostenere le comunità colpite, fornendo razioni alimentari di emergenza, cibo agli operatori di ricerca e soccorso e tende per tenere i bambini al caldo e all’asciutto.

Nei prossimi giorni la Nave San Marco della Marina Militare ha pianificato un trasporto di aiuti, con partenza dal porto di Brindisi, un ospedale da campo della Regione Piemonte e vigili del fuoco. L’unità navale, messa a disposizione dal Ministero della Difesa, trasporterà anche altri beni e strumentazioni da destinare alle popolazioni così duramente colpite dal sisma.
In stretta collaborazione con i partner locali, i soccorritori italiani hanno fornito mezzi di riscaldamento e rifugi temporanei, arredati con materassi, pavimenti isolanti, coperte, vestiti per bambini e cappelli di lana.
Nel Nord-Ovest della Siria, sono state distribuiti agli sfollati ulteriori razioni di cibo pronte per il consumo e 500 persone rifugiate in uno stadio sportivo di Hatay, in Turchia, tende, kit di emergenza. Inoltre, soccorritori italiani hanno aiutato a rimuovere i detriti e hanno rifornito i centri sanitari con forniture mediche e carburante.
A Malatya e Antep, sono stati consegnati kit per neonati, che includono alimenti per bambini, latte e biberon. Ad Idlib, come nelle città circostanti, la situazione è tragica. Il bisogno è enorme e supera le attuali capacità delle organizzazioni umanitarie siriane locali.

Le famiglie sfollate hanno già sofferto molto con condizioni di vita desolanti, e adesso stanno correndo il rischio di essere coinvolti in un secondo disastro umanitario, in assenza di cibo, acqua e un riparo.
Le regioni colpite hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria. La comunità internazionale deve fare tutto il possibile per sostenere gli sforzi umanitari locali, per evitare che si verifichi una tragedia nella tragedia.

Anche l’Ucraina e la Russia hanno mandato soccorsi, anche sanitari

Nonostante il conflitto continui, anche l’Ucraina e la Russia hanno contribuito alla macchina dei soccorsi. Il capo di Stato di Kiev, Volodymyr Zelenzky, ha predisposto aiuti e squadre di soccorso per aiutare Turchia e Siria a superare le conseguenze della catastrofe. Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha inviato squadre di soccorritori e operatori sanitari specializzate in situazioni di emergenza.

Il Cremlino, da parte sua, ha promesso aiuti sia alla Siria che alla Turchia. Vladimir Putin ha parlato con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e con il capo di Stato siriano Bashar al-Assad e ha inviato squadre di aiuto sanitario e logistico per soccorrere gli sfollati.

Dall’India sono state mandate squadre per la ricerca e il soccorso, nonché personale medico, secondo quanto annunciato nei giorni scorsi dalle autorità. Il primo ministro Narendra Modi ha scritto su Twitter di essere pronto a garantire “tutto l’aiuto possibile” sia alla Turchia che alla Siria, al fine di sostenere le due nazioni.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato di aver ordinato “su richiesta del governo di Ankara, la preparazione di assistenza sanitaria e soccorsi”. Aiuti con operatori sanitari specializzati sono stati inviati anche da Iran, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Algeria e Azerbaigian.

Filippo Grandi, Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha fornito prontamente l’aiuto d’emergenza per i sopravvissuti. Ciò anche sulla base delle previsioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, che ha affermato di attendersi un bilancio molto più grave, alla fine, rispetto a quello attuale in termini di morti e feriti.

Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite ha affermato che le squadre di soccorso internazionale in Turchia e Siria “sono presenti sul posto per valutare le necessità e apportare assistenza.”

L’Italia non ha mandato personale sanitario

Cure mediche per i feriti e soccorso a chi è rimasto senza una casa e cibo, sono le due principali attività dei team di Medici Senza Frontiere (MSF) in azione nella Siria nord-occidentale fin dalle prime ore successive al sisma. Sono 3.465 i feriti ricoverati in diverse strutture sanitarie supportate da MSF nei governatorati di Aleppo e Idlib. Una clinica mobile è operativa nel centro di accoglienza di Kelly, nel governatorato di Idlib, mentre un servizio di ambulanze è attivo per facilitare il trasferimento dei pazienti che necessitano di assistenza d’emergenza. Molti ospedali sono stati danneggiati e alcuni, come quello di Jindires, nel governatorato di Aleppo, non sono in grado di assistere i pazienti. Le équipe di emergenza di MSF stanno anche valutando l’intervento nelle aree più colpite nel sud della Turchia e sono pronte a fornire assistenza in caso di bisogno.

Un ospedale da campo è stato trasferito dall’Aeronautica italiana in Turchia, ma non sono arrivati ad oggi operatori sanitari dall’Italia, in un momento storico per l’Italia in cui lo scenario sanitario è ai minimi termini e negli ospedali del Sud sono stati mandati addirittura medici di Oltre oceano, come il caso dell’Ospedale di Reggio Calabria che ha incluso da due mesi medici da Cuba.

Come si evince da questo grafico, hanno contribuito alla macchina dei soccorsi internazionali con medici e parasanitari diversi Paesi: oltre Israele e Azerbaigian sono gli Stati che hanno garantito soccorsi medico-sanitari, ma anche altri Paesi come la Corea del Sud, la Russia e il Macaristan hanno mandato assistenza sanitaria con un numero elevato di squadre specializzate in situazioni di emergenza.

Terremoto Turchia

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