Dormire bene allunga la vita mentre circa l’8% dei decessi potrebbe essere attribuito a sonno inadeguato: lo suggerisce uno studio presentato alla Annual Scientific Session dell’American College of Cardiology.
Il lavoro mostra che con un sonno di qualità, l’aspettativa di vita è di 4,7 anni in più per gli uomini e di 2,4 anni in più per le donne rispetto a chi ha ad esempio difficoltà ad addormentarsi, o a restare addormentati, o a chi dorme un numero inadeguato di ore o non si svegliava riposato al mattino, tutti segni di cattiva qualità del riposo.
“Abbiamo riscontrato una chiara relazione dose-risposta, per cui maggiore è la qualità del sonno, più si riduce la mortalità“, dichiara Frank Qian del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, coautore dello studio. “Non è sufficiente dormire un numero adeguato di ore. È necessario avere un sonno ristoratore e non avere problemi ad addormentarsi e a rimanere addormentati“.
Per l’analisi Qian ha incluso i dati di 172.321 persone di età media 50 anni. I partecipanti sono stati seguiti per una media di 4,3 anni, durante i quali sono morte 8.681 persone. Di questi decessi, 2.610 (30%) erano dovuti a malattie cardiovascolari, 2.052 (24%) a tumori e 4.019 (46%) ad altre cause.
I ricercatori hanno valutato cinque diversi fattori legati alla qualità del sonno e creato un punteggio ad hoc. I fattori includevano: durata ideale del sonno di sette-otto ore a notte; difficoltà ad addormentarsi non più di due volte a settimana; difficoltà a mantenere il sonno non più di due volte a settimana; non usare farmaci per il sonno; sentirsi ben riposati dopo il risveglio almeno cinque giorni a settimana.
Per ogni fattore si assegna un punto, per un massimo di cinque punti, che indica la massima qualità del sonno. “Le persone con tutti questi fattori ideali, hanno maggiori probabilità di vivere più a lungo“, ha detto Qian. Infatti, è emerso che rispetto agli individui con appena 0-1 indicatore di qualità del sonno, quelli con tutti e cinque avevano il 30% in meno di probabilità di morire per qualsiasi motivo, il 21% in meno di probabilità per malattie cardiovascolari, il 19% in meno per cancro e il 40% in meno per cause diverse da malattie cardiache o cancro.
Secondo Qian questi altri decessi sono probabilmente dovuti a incidenti, infezioni o malattie neurodegenerative, come la demenza e il morbo di Parkinson, ma sono necessarie ulteriori ricerche.