La generazione di semisintetici dello squalene, un composto tradizionalmente derivato dall’olio di fegato di squalo è stato utilizzato per potenziare la risposta immunitaria di alcuni vaccini.
I risultati sollevano la possibilità di ottenere sostituti sostenibili di questo composto, secondo quanto riportato in uno studio pubblicato su NPJ Vaccines.
Lo squalene nei vaccini
Lo squalene derivato dagli squali è stato utilizzato nelle formulazioni di adiuvanti vaccinali (sostanze utilizzate per aumentare l’efficacia o la potenza di alcuni vaccini) nei vaccini antinfluenzali e COVID-19. E’ infatti un componente chiave nei candidati vaccini in fase di valutazione clinica per malattie come la tubercolosi e la malaria.
Tuttavia, le popolazioni di squali sono state soggette a pesca eccessiva e l’abbondanza globale di squali e razze oceaniche è diminuita del 71% dal 1970. Questa condizione potrebbe causare problemi di approvvigionamento di squalene.
Lo studio
I ricercatori hanno generato oltre 20 analoghi dello squalene a partire dal β-farnesene prodotto dal lievito e ne hanno valutato l’attività come componenti adiuvanti del vaccino rispetto allo squalene di squalo.
E’ stato scoperto che molti dei composti prodotti (tra cui gli alcoli A, i dimeri termici del farnesene, i dioli B, l’etere 4 e l’etere 5) possedevano proprietà di attività adiuvante simili o migliori rispetto allo squalene di squalo.
Secondo gli autori alcuni di questi composti potrebbero essere una promettente alternativa. Tuttavia, sarebbero necessari ulteriori test per far avanzare questi composti nei prodotti vaccinali.