E’ una nevicata storica quella che ha interessato nelle ultime ore le Serre calabresi, nella zona intorno al Monte Pecoraro che con i suoi 1.423 metri di altitudine è la vetta più alta del massiccio montuoso della Calabria centro-meridionale. La zona più colpita dalle precipitazioni è stata quella al confine tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria, in modo particolare nell’area più interna dove le Serre si aprono al mar Jonio e sono quindi particolarmente esposte all’effetto “stau” attivato dalle correnti orientali. Come quelle innescate dal Ciclone di Malta che da due giorni sta flagellando il Sud Italia, appunto.
In questa zona sorgono i paesi di Mongiana, Nardodipace, Spadola e Simbario, oltre al centro più importante dell’area che è Serra San Bruno con i suoi 7 mila abitanti. La nevicata ha colpito in modo eccezionale tutta questa zona, seppellendo sotto oltre 150cm di neve la selvaggia Ferdinandea, una vasta area che deve il suo nome al re Ferdinando II delle Due Sicilie che nel 1832 decise di preservare la natura più genuina di questa zona per farne un’area di caccia personale. Successivamente decise di trasformarlo in un centro di industria metallurgica che in poco tempo diventò un’eccellenza dell’industria e della tecnologia europea per l’epoca grazie a una fonderia, alle ferriere, ad uno dei primi esempi di edifici residenziali e amministrativi. Per l’occasione furono realizzate anche alcune dighe, che oggi ospitano una straordinaria biodiversità. Oggi l’area è un affascinante ecomuseo denominato “Ecomuseo delle ferriere e fonderie di Calabria” ededicato alla ricerca e al restauro dell’archeologia industriale del territorio. Si tratta di un luogo magico e genuino, poco conosciuto ma molto apprezzato da chi lo frequenta periodicamente o anche solo saltuariamente, proprio per la sua bellezza genuina: tutto intorno alla Reale Fonderia c’è una zona molto estesa che grazie alla riserva della caccia è rimasta selvaggia e genuina com’era 200 anni fa, con enormi e fitti boschi di faggio e abete che in queste ore sono completamente sommersi dalla neve.
Ebbene, quest’area in queste ore è letteralmente seppellita da una coltre bianca eccezionale (basti pensare che le foto nella gallery a corredo dell’articolo sono quasi tutte di ieri; oggi non ci sono ancora testimonianze se non gli spalaneve dell’Anas che hanno liberato l’ingresso di Nardodipace, sempre nella fotogallery scorrevole in alto). Prima del Ciclone di Malta, il “bolide polare” aveva portato il grande gelo da queste parti tanto che martedì 7 febbraio la temperatura era piombata a -10,3°C a Serra San Bruno, -9,0°C a Mongiana e -6,2°C a Fabrizia. Sia ieri che oggi, invece, in tutte queste località la temperatura non ha mai superato gli 0°C neanche nelle ore diurne.
Si tratta di un evento storico, che stamani ha richiesto la mobilitazione degli operatori dell’Anas sono impegnati senza sosta sulle strade statali di competenza: la 713 Trasversale delle Serre e la ex SP 110 di Monte Cucco e di Monte Pecoraro con mezzi sgombraneve e spargisale per garantire la sicurezza e la transitabilità di tutte le arterie stradali. In questa situazione di emergenza, l’Anas sta operando anche sulla viabilità non di competenza per garantire il ripristino di collegamenti di importanza vitale per il territorio. In particolare, nei comuni maggiormente interessati dalle abbondati nevicate: Serra San Bruno, Spadola, Nardodipace e Simbario.
La notte scorsa notte, le squadre Anas sono intervenute nel territorio di Nardodipace per trarre in salvo un gruppo di operai dell’Enel rimasti intrappolati all’altezza del bivio di Nardodipace, su viabilità provinciale. Intono alle 3:30, gli operatori alla guida della turbina Anas sono riusciti ad individuare gli operai Enel e ad agganciare il loro mezzo di servizio trainandolo fino alla casa cantoniera di Monte Pecoraro.