“Ancora non abbiamo ancora capito bene la natura dei terremoti e i segnali che la Terra emette prima degli eventi importanti. Forse, tra qualche decennio, avremo una lettura molto più nitida e strumenti in grado di fornirci segni premonitori che oggi non abbiamo. Al momento vengono fatte solo previsioni probabilistiche di accadimento sulla base della storia sismica passata“: è quanto ha dichiarato, in un’intervista a Beemagazine, Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). “L’Italia ha una vasta parte del suo territorio ad alta pericolosità sismica. Un terremoto può avvenire domani o tra qualche anno, ma tornerà comunque: ce lo dicono la statistica e la geologia. I due terremoti del febbraio scorso in Medio Oriente devasterebbero mezza Italia“.
“Dobbiamo costruire una cultura dei rischi naturali, partendo dalle scuole,” ha proseguito Doglioni. “Serve una educazione nuova e forte, permanente e capillare, che faccia crescere la consapevolezza del rischio sismico, come degli altri rischi naturali. Il Covid ci ha svegliato da un sonno incosciente, ci ha ricordato come dagli eventi naturali come le pandemie e i terremoti si può uscire grazie alla ricerca scientifica, lavorando tutti insieme“.
“Comunicare è la prima forma di prevenzione, anche in questo l’INGV ha contribuito e continua a diffondere la cultura dell’autodifesa dai rischi naturali,” ha concluso il presidente INGV.