Sulla Turchia devastata dal terremoto si abbatte anche il clima rigido. Il sisma ha già provocato oltre 11.000 morti tra Turchia e Siria e le condizioni meteorologiche potrebbero rivelarsi fatali per quanti sono ancora in vita sotto le macerie.
Le città colpite dal terremoto come Malatya, Kahramanmaras, Gaziantep, Idlib e Aleppo affrontano il gelo, la pioggia e la neve, mentre le temperature scendono vicino o sotto lo zero. Oggi è iniziata, infatti, l’irruzione artica nella zona colpita dal sisma e durerà per giorni. Stasera e all’alba sono attese le temperature più basse, fino a -10/-11°C nelle città più colpite: in serata si registrano già -8°C a Kahramanmaras, Malatya, Sincik, -5°C a Gaziantep.
Gli esperti dicono che i soccorritori stanno esaurendo il tempo in Turchia. Aggiungono che i sopravvissuti potrebbero essere vittime di ipotermia anche se le temperature rimangono sopra lo zero. L’ingegnere meteorologico e specialista nella gestione dei disastri, Mikdat Kadioglu, ha detto ai media turchi che i soccorritori dovranno affrettarsi, poiché le persone sotto le macerie potrebbero non sopravvivere alla regola generale d’oro durante il maltempo: una finestra di salvataggio di 72 ore. “Potrebbero avere solo 24 ore”, ha detto.
Dai luoghi colpiti dal sisma, arrivano testimonianze drammatiche. L’ex giornalista Ozel Pikal ha detto di aver visto otto corpi estratti dalle rovine di un edificio nella città turca di Malatya. Si pensa che alcuni di loro siano morti per congelamento, viste le temperature rigide. “A oggi non c’è più speranza a Malatya“, racconta Pikal al telefono ad Associated Press, “nessuno sta uscendo vivo dalle macerie”. I corpi sono stati posti uno accanto all’altro a terra, sotto delle coperte, mentre i soccorritori aspettavano che i veicoli funebri li raccogliessero.
Le chiusure stradali e i danni nella regione hanno reso difficile l’accesso alle aree colpite dal terribile terremoto del 6 febbraio. A ciò si aggiunge la carenza di soccorritori e il meteo avverso.