La speranza resisteva ancora, anche se di Angelo Zen, l’italiano disperso in Turchia dopo il devastante terremoto del 6 febbraio, non vi erano state più notizie. Oggi, però, quelle speranze si sono infrante con il ritrovamento del corpo dell’uomo. “Purtroppo, è stato ritrovato senza vita il corpo di Angelo Zen. Abbiamo già provveduto ad informare la famiglia e attraverso la nostra Ambasciata in Turchia ad avviare le procedure di rientro della salma in Italia. Mi stringo al dolore dei suoi cari“, ha scritto il Ministro Antonio Tajani in un tweet.
Angelo Zen, consulente orafo veneto di 60 anni, era in Turchia per lavoro quando si è verificato il tremendo sisma che ha sconvolto il sud del Paese, al confine con la Siria. Secondo gli ultimi contatti avuti con i familiari era a Kahramanmaras, la città turca di un milione di abitanti, epicentro del terremoto, rasa al suolo dalla scossa. Lì la mattina successiva all’ultimo contatto avrebbe dovuto incontrare un socio turco per discutere di lavoro. L’uomo risiedeva a Maerne di Martellago, nel veneziano, insieme alla seconda moglie.
Sale così a 7 il numero delle vittime italiane del terribili terremoto del 6 febbraio: nel sisma ha perso la vita anche una famiglia italiana di 6 persone di origine siriana.
Angelo Zen trovato da soccorritori italiani
Il corpo di Angelo Zen è stato individuato da una unità cinofila del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza italiana. I finanzieri inviati dal Ministero degli Esteri a supporto della Protezione Civile italiana hanno scavato incessantemente da lunedì tra i resti del Safron Hotel, l’albergo di 8 piani a Kahramanmaras dove alloggiava Zen completamente distrutto dal sisma. Sul posto hanno operato insieme Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Polizia e Carabinieri, in stretto contatto con il Ministero degli Esteri.
Grazie all’analisi delle planimetrie dell’hotel, le squadre italiane sono prima riuscite ad individuare il punto in cui si trovava la camera e successivamente, dopo tre giorni di ricerca sotto le macerie, hanno individuato 3 corpi. Quello di Zen è stato l’ultimo ad essere estratto, con l’aiuto delle squadre Usar turche. Il riconoscimento del sessantenne veneto è stato invece effettuato dal personale di Polizia e Carabinieri, oltre che da quello dell’Ambasciata italiana ad Ankara giunto sul posto.
Ad individuare il corpo di Zen – ha riferito il capo dell’aliquota del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza sul posto, il tenente colonnello Alessandro Alberioli – è stato il cane Fury, specializzato nella ricerca di persone e condotto dall’appuntato Francesco D’Urso, istruttore cinofilo del Soccorso Alpino di Antrodoco (Rieti). L’animale ha anche riportato ferite alle zampe che hanno richiesto diversi punti di sutura. “Stiamo operando da giorni in condizioni molto difficili”, racconta Alberioli, comandante del corso di addestramento alpino di Passo Rolle (Trento), a capo del gruppo che ha trovato Zen.
L’unità, composta da sei finanzieri e tre cani, gli unici presenti nella zona, fa base ad Antiochia dove sta cercando altri 24 dispersi sotto un edificio di 7 piani ridotto in macerie. Ogni giorno però due finanzieri e un cane si sono spostati a Kahramanmaras alla ricerca di Angelo Zen. Fondamentale per il ritrovamento è stato il fiuto di Fury, pastore tedesco di 8 anni, tra i pochi specializzati sia a muoversi tra le macerie sia ad individuare corpi ormai senza vita, ora in cura per le ferite subite come pure il suo ‘collega’ Taco, ferito ad una zampa durante le ricerche.