È salito a oltre 41mila il bilancio delle vittime del terremoto in Turchia e Siria. Secondo il Presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in Turchia sono morte 35.418 persone. A queste si devono aggiungere i morti in Siria che, secondo l’ultimo bilancio, sono almeno 5.714 (dati riferiti dal governo siriano e dai ribelli che controllano la maggior parte delle aree colpite).
Erdogan ha aggiunto che 105.505 persone sono state salvate da sotto le macerie, mentre si cercano ancora sopravvissuti e anche ad 8 giorni dal devastante terremoto, vengono tratte in salvo delle persone.
Erdogan ha assicurato che le operazioni ‘‘di soccorso e di ricerca’‘ andranno avanti ”fino a che non verrà estratto l’ultimo sopravvissuto dagli edifici crollati’‘. Ha anche dichiarato che le ricerche di sopravvissuti sono terminate in 15mila dei 19mila palazzi crollati. Il Presidente ha detto che sono ”250mila i dipendenti pubblici impegnati nelle operazioni di salvataggio”, che sono state ”notevolmente ostacolate’‘ dalle ‘‘condizioni meteorologiche”, oltre che dalle difficoltà con ”l’approvvigionamento idrico”. “Nella prima fase, le difficoltà causate dalle condizioni meteorologiche hanno portato a interruzioni nelle operazioni di ricerca. A partire dalle città vicine, abbiamo immediatamente mobilitato le istituzioni governative. Oltre ai trasporti e all’energia, sono sorti ulteriori problemi con le infrastrutture per l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari Non c’è dubbio che il nostro Stato, con tutti i suoi ministeri, istituzioni e tutti i suoi mezzi, ha lottato duramente per raggiungere la zona del terremoto il prima possibile“, ha detto Erdogan, parlando al Centro per la gestione delle emergenze AFAD ad Ankara.
Erdogan ha reso noto anche che, in questo momento, sono 1,6 milioni gli sfollati che trovano alloggio nelle tende e nelle strutture messe a disposizione da Protezione Civile e governo.
Il Presidente turco respinge le accuse e fa notare che il 98% degli edifici crollati durante il sisma dello scorso 6 febbraio erano stati costruiti prima del 1999, vale a dire prima della sua ascesa al potere del 2002, ma soprattutto prima del terremoto che fece 17mila vittime nel Nord del Paese, lontano dall’epicentro di questi ultimi giorni. Erdogan ha promesso che la Turchia ripartirà immediatamente con la ricostruzione post-sisma. “Non c’è nemmeno un minuto da perdere. Dopo i sopralluoghi partiremo immediatamente con la ricostruzione”, ha concluso.