Un terremoto magnitudo 7.9 (dati INGV) ha colpito la Turchia e la Siria, uccidendo centinaia di persone, e facendo crollare decine di edifici mentre molti dormivano. Le scosse sono state avvertite anche in Libano, Siria, Cipro e Israele mentre nel Mediterraneo è scattato l’allarme tsunami. L’allerta è stata diramata in Italia per le coste della Puglia, della Calabria e della Sicilia con l’invito a stare lontani dalle aree a rischio. L’allarme è in seguito rientrato e l’ondata prevista per le 06:30 è stata notevolmente ridimensionata.
E’ salito ad oltre 2.300 morti il bilancio del terremoto che ha colpito il confine tra Turchia e Siria. Sono 810 i morti del sisma nella sola Siria, che si aggiungono a circa 1.500 in Turchia. I feriti nella sola Turchia sono almeno 7.600 mentre in Siria sono oltre 1.280. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha definito il sisma “il peggiore a colpire la Turchia dal 1938“.
Il governo turco fa sapere in una nota che “finora è giunta la segnalazione di un totale di 2.824 edifici crollati“.
Lo storico castello della città di Gaziantep è stato fortemente danneggiato: crollati diversi bastioni sul fianco Est ed Ovest della storica struttura, con le macerie cadute sulla strada dove hanno colpito automobili parcheggiate. Crollate anche alcune sezioni del muro di protezione del perimetro della struttura, mentre numerose sono le crepe osservabili dopo il sisma. Le scosse non hanno risparmiato la storica moschea Sirvani, costruita nel diciassettesimo secolo e crollata parzialmente.
Il sisma ha colpito alle 02:17 ora italiana ad una profondità di circa 17,9 chilometri con una replica magnitudo 6,7 che ha colpito 15 minuti dopo.
Il terremoto è stato uno dei più potenti a colpire la regione in almeno un secolo. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha espresso le sue condoglianze e ha sollecitato l’unità nazionale. “Speriamo di superare insieme questo disastro il prima possibile e con il minimo danno,” ha twittato il leader turco.
“Piccoli tsunami” sono stati registrati al largo della costa cipriota di Famagosta, ma non sono stati riportati danni. A riferirne è stato il direttore dell’istituto geologico di Cipro, Christodoulos Hadjigeorgiou, citato da CyBC.
Il potente terremoto è stato avvertito fino alla Groenlandia: lo ha annunciato l’istituto geologico danese. “Le grandi scosse in Turchia sono state chiaramente registrate dai sismografi in Danimarca e Groenlandia“, ha spiegato il sismologo Tine Larsen.
Incubo gelo e neve
Il clima rigido in Turchia rischia di rallentare e complicare le operazioni di soccorso per le popolazioni colpite dal sisma. Temperature appena sopra lo zero termico si registrano nella provincia turca di Gaziantep, con piogge e rovesci di neve previsti sia oggi che domani. Il tutto mentre alle persone è stato chiesto di rimanere fuori dagli edifici poiché si attendono nuove repliche.
La Turchia zona altamente sismica
La Turchia si trova in una zona altamente sismica attraversata da numerosi sistemi di faglia: l’area interessata dal sisma di questa notte è considerata a pericolosità sismica: lo rileva l’INGV, che ha registrato, dopo il terremoto delle 02:17 ora italiana, altre 8 scosse di magnitudo superiore a 4.5 nell’area. A causa della elevata magnitudo e della relativa vicinanza dal mare, sia il CAT-INGV che il KOERI hanno diramato un’allerta tsunami per il Mediterraneo (allerta di tipo WATCH). L’allerta è stata confermata a seguito di anomalie del livello del mare osservate ai mareografi di Iskendrun e Erdemli in Turchia. L’entità delle variazioni è tuttavia contenuta (circa 30 cm picco-picco), è l’allerta tsunami è stata chiusa alle ore 07:15 italiane. Non sono state segnalate anomalie lungo le coste italiane.
Doglioni (INGV): “la placca araba si è spostata di circa 3 metri”
“È successo che quella che noi chiamiamo la placca araba si è mossa di circa 3 metri lungo una direzione Nordest-Sudovest rispetto alla placca anatolica; parliamo di una struttura nell’area di confine tra questo mondo, quello della placca araba, con quello della placca anatolica“: lo ha dichiarato il presidente INGV Carlo Doglioni intervistato dal Corriere della Sera. “Dalle stime che abbiamo, e che sono via via in raffinamento, sappiamo che la faglia si è attivata per almeno 150 chilometri con uno spostamento anche superiore ai tre metri. È successo tutto in alcune decine di secondi, irradiando questo terremoto di magnitudo di 7.8,-7.9, un terremoto che viene chiamato maggiore“.
Uno dei più devastanti terremoti degli ultimi decenni
Con dieci province colpite, dalle pianure di Adana sulla costa mediterranea alle cime di 2.500 metri di Malatya, il terremoto odierno in Turchia è uno dei più forti ed uno dei più grandi degli ultimi decenni. La città di Gaziantep, capoluogo di una delle due province più colpite, con due milioni di abitanti e nona città del Paese, è uno dei principali centri commerciali dell’Anatolia meridionale, situato su un altopiano di 800 metri a nord del confine siriano. Gaziantep ospita un terzo degli 1,5 milioni di rifugiati siriani che vivono nelle province colpite dal sisma ed è il principale punto di passaggio per il commercio con la Siria. Anche Adana, la settima città più grande del Paese e uno dei suoi principali centri industriali, situata a 170 chilometri a ovest sulla pianura costiera mediterranea, ha subito danni, con il crollo di un condominio di 14 piani.
Le conseguenze sono state più gravi nella provincia montuosa di Kahramanmaras, con una popolazione di un milione di abitanti, e a Malatya, situata ad un’altitudine di 1.000 metri ai piedi di una catena montuosa che raggiunge i 2.500 metri. Le forti nevicate in questa zona, con temperature sotto lo zero, complicano i soccorsi e aggravano la situazione dei sopravvissuti. Anche a Diyarbakir sono crollati diversi edifici, sebbene la città si trovi a 250 km a est dell’epicentro. Da qui però passa la faglia dell’Anatolia orientale, che separa le placche tettoniche dell’altopiano anatolico dalle pianure arabe e si estende fino ad Adana, nel Mediterraneo.
Lungo questa faglia, nell’ultimo secolo sono state registrate decine di terremoti di magnitudo fino a 6 e 7 di magnitudo 6-7, ma nessuno con la forza distruttiva del terremoto di oggi.
I maggiori terremoti in Turchia sono stati registrati sulla faglia Bitlis-Zagros, che si estende dalla punta orientale dell’Anatolia fino alle montagne dell’Iran, e sulla faglia dell’Anatolia settentrionale, che corre lungo la costa del Mar Nero fino al Mar di Marmara, a sud di Istanbul. La prima è responsabile del terremoto di Van di magnitudo 7.2 che ha ucciso più di 600 persone nel 2011 e la seconda di quello di Izmit di magnitudo 7.6 del 1999 che ha devastato la città a 80 chilometri a est di Istanbul, uccidendo più di 17mila persone.
USGS: “i morti potrebbero essere 10mila”
I morti per il terremoto in Siria e Turchia potrebbero arrivare a diecimila: è la drammatica previsione fatta dallo United States Geological Survey, secondo cui ci sarebbe il 47% di probabilità che le vittime siano tra mille e diecimila, il 20% che siano tra diecimila e 100mila e il 27% che siano tra 100 e mille. Le stime dell’USGS si basano sui dati storici dei terremoti nella regione, sulla popolazione e sulla vulnerabilità delle strutture nelle zone più colpite. I danni potrebbero ammontare a cifre che oscillano tra un miliardo e dieci miliardi di dollari.
Non risultano vittime italiane
“A seguito del violento terremoto che questa notte alle 4:17 ha colpito le regioni della Turchia meridionale e della Siria settentrionale, l’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri ha preso contatto con i connazionali presenti nel paese e sta agendo in stretto raccordo con le rappresentanze diplomatico-consolari italiane dell’area per verificare le condizioni delle comunità italiane nelle zone colpite. Al momento non risultano feriti o morti tra i connazionali“: lo si legge in una nota della Farnesina in cui si chiede a “tutti gli italiani presenti nelle zone colpite a qualsiasi titolo, anche temporaneamente” di registrarsi sul sito “Dove siamo nel mondo” e scaricare la app “Unità di Crisi” per cellulari, attivando la geolocalizzazione.
UE: partiti i primi team di soccorso
“In seguito al terremoto di questa mattina in Turchia, abbiamo attivato il meccanismo di protezione civile dell’Ue. Il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze dell’Ue sta coordinando l’invio di squadre di soccorso dall’Europa. Sono già in viaggio squadre dai Paesi Bassi e dalla Romania“: lo dichiara in un tweet il commissario UE alle Crisi Janez Lenarcic.
Scuole chiuse ad Ischia
Scuole chiuse ad Ischia stamattina per l’allerta tsunami: i sindaci isolani hanno infatti deliberato la chiusura di tutti gli istituti in seguito all’allerta meteo rossa emanata dalla protezione civile regionale in relazione alle possibili conseguenze del potente terremoto di questa notte in Turchia. Nonostante attualmente il rischio di maremoto sia stato declassificato, i primi cittadini ischitani avevano fatto partire le procedure per chiudere le scuole ed avvertire la popolazione del potenziale pericolo. Restano invece aperti gli istituti scolastici a Procida, che sorgono in luoghi lontani dalla costa e dove il sindaco ricorda che “il rischio costante per la sicurezza sono i cedimenti dei costoni“.