La situazione catastrofica di Turchia e Siria colpite dal violentissimo terremoto di ieri rischia di aggravarsi ulteriormente a causa delle condizioni meteo estreme. “Le emergenze non arrivano mai da sole e solitamente quando ne capita una, se ne verifica anche un’altra” ha detto il Capo del Dipartimento di Protezione Civile Fabrizio Curcio, il 3 novembre scorso a Reggio Calabria presentando la più grande esercitazione antisismica della storia d’Italia proprio durante un’importante allerta meteo per il Centro/Sud. Stavolta, però, in Turchia e Siria non si è trattato di un test: il terremoto c’è stato davvero, è stato catastrofico (magnitudo 7.8 con ipocentro superficiale in zona molto densamente abitata) e ha lasciato un’enorme scia di morte e distruzione.
Dopo oltre 36 ore ci sono ancora zone che non sono state raggiunte dai soccorritori: si tratta dei villaggi più interni nell’area dell’epicentro. La conferma è arrivata dallo stesso Presidente della Turchia Erdoğan, che stamani in conferenza stampa ha detto: “Naturalmente, ci sono luoghi in cui non possiamo raggiungere con la velocità che desideriamo a causa delle dimensioni dell’area del disastro, della gravità della distruzione e delle condizioni meteorologiche avverse“. L’ultimo bilancio ufficiale aggiornato sui morti è di oltre 5.000 decessi tra i due Paesi, ma Risklayer stima che per il solo terremoto ci siano 30.000 vittime.
Il dato non tiene conto di quello che potrebbe succedere a causa delle condizioni meteo estreme. Proprio in queste ore, infatti, il Mediterraneo orientale è colpito dalla prima ondata di gelo dell’inverno dopo un mese di Gennaio eccezionalmente caldo. Già stamani le temperature sono piombate su valori molto rigidi per l’arrivo delle prime masse d’aria fredda. In Turchia abbiamo già gelate e nevicate diffuse mentre nel nord della Siria le temperature sono appena superiori allo zero. Si tratta di condizioni particolarmente difficili per gli sfollati, che sono svariati milioni. La fase più intensa dell’irruzione gelida inizierà domani, Mercoledì 8 Febbraio, e proseguirà per tutta la settimana, weekend compreso, prolungandosi anche la prossima, almeno fino a metà mese. Domani sera sono attesi -8°C a Kahramanmaraş e -5°C a Gaziantep, le due metropoli più colpite con rispettivamente 1,2 e 2 milioni di abitanti, in gran parte senzatetto. Le città sono rimaste senza gas per l’esplosione di un gasdotto a seguito della scossa, quindi ci sono difficoltà enormi per riscaldarsi e per cucinare anche nelle abitazioni che hanno resistito al terremoto.
La situazione è ancor più drammatica nel nord della Siria: secondo gli esperti, è elevato il rischio che la gente muoia assiderata per il freddo che durerà almeno dieci giorni. Una situazione davvero terribile.