Grazie ai dati satellitari elaborati con tecniche di Interferometria SAR (InSAR) è stata valutata l’estensione del campo di spostamento dovuto ai due eventi principali della sequenza sismica che ha colpito la Turchia e la Siria. “I prodotti ottenuti con la tecnica InSAR mostrano come l’area interessata si estenda per circa 520 km in direzione Est-Ovest e 470 in direzione Nord-Sud“: è quanto si legge sul blog INGVterremoti, in un approfondimento a cura di Marco Polcari e del lab GEOSAR (INGV).
“A causa del notevole spostamento cosismico della superficie e per i molteplici effetti locali (quali frane, subsidenze e, presumibilmente, anche effetti di liquefazione) si sono determinati estesi problemi di perdita del segnale che rendono impossibile la ricostruzione dell’intero campo di spostamento nelle zone epicentrali,” hanno precisato i sismologi. “Pertanto la prima stima del campo di deformazione superficiale indotto dai due principali eventi è stata ottenuta con l’utilizzo di un’altra tecnica di elaborazione di dati satellitari, nota come Pixel Offset Tracking (POT), che non risente dei problemi delle tecniche interferometriche. Accoppiando un’immagine precedente ed una successiva alle due scosse principali, tale tecnica permette infatti di calcolare gli spostamenti del suolo, proiettati sia lungo la direzione di vista (Line-of-Sight) del satellite che lungo quella di volo (Line-of-Flight)“.
“In entrambi i casi è stato evidenziato un movimento del suolo coerente con il meccanismo di faglia trascorrente sinistra delle due strutture responsabili dei principali eventi sismici del 6 febbraio, con valori misurati superiori a 2 metri,” hanno concluso gli esperti.