“Ogni italiano consuma in media 245 litri di acqua al giorno: basterebbe ridurre gli sprechi e tagliare del 20% i consumi giornalieri per risparmiare un quantitativo d’acqua pari a 421.000 piscine olimpioniche e contribuire efficacemente all’emergenza siccità, ottenendo in un anno oltre 1 miliardo di metri cubi d’acqua disponibili per usi più utili alla collettività“: il dato viene reso noto dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) alla vigilia della Giornata mondiale dell’acqua.
“Stiamo sperimentando una siccità record in pieno inverno come mai registrata in passato, con livelli dei fiumi bassissimi in Pianura Padana, dove il Po ha una portata ridotta ad appena il 40% della norma, rapido ritiro dei ghiacciai e penuria di depositi di neve che non bastano nemmeno a ricostituire i livelli del precedente inverno ed aprono drammatiche prospettive di razionamento per la prossima estate,” spiegano gli esperti Sima.
“Nel nostro pianeta solo il 2,5% dell’acqua è acqua dolce e appena l’1% è pronta da bere – chiarisce il presidente Alessandro Miani – Gli esperti calcolano in 6 miliardi di euro i danni causati all’agricoltura dalla siccità nel solo 2022, il triplo di quelli prodotti nel 2017 che pure era assurto a paradigma di annata di grave crisi idrica. Si tratta di cifre enormi soprattutto perché non si è trattata di una siccità estiva ma di un inverno senza piogge e col 50% di neve in meno nelle zone montane. Ma l’assottigliarsi delle risorse idriche dipende anche dall’iper-emungimento dalle nostre falde acquifere e dai cambiamenti climatici frutto delle emissioni antropiche in atmosfera che stanno causando la penuria di precipitazioni nevose e le anomale distribuzioni delle piogge, concentrate in eventi distruttivi con lunghi periodi di assenza“.
“Come SIMA chiediamo al legislatore e alle istituzioni locali di adottare una moratoria sulle trivellazioni di nuovi pozzi a uso privato e varare misure urgenti per recuperare le tradizionali buone pratiche di riutilizzo delle acque bianche, che possono essere convogliate per usi diversi da quelli alimentari (irrigazione di parchi e giardini urbani, usi sanitari, ecc.), delle acque reflue che dopo essere state depurate possono essere utilizzate in agricoltura, anche sfruttando nuovi sistemi e tecnologie per irrigazione sottofoglia che consentono un notevole risparmio idrico. Dare avvio ad piano nazionale invasi per il recupero delle acque piovane e per contrastare il dissesto idrogeologico in caso di alluvioni. Al comparto agroalimentare italiano consigliamo di implementare l’agrifotovoltaico a terra per il doppio scopo di ridurre l’evaporazione dell’acqua dei campi e per compensare con l’energia prodotta le perdite economiche derivanti dalla crisi idrica. L’energia potrebbe altresì diventare ‘moneta di scambio’ per acqua con i gestori di grandi invasi e dighe. Importante poi sensibilizzare gli italiani sul risparmio domestico dell’acqua (preferire la doccia al bagno in vasca, usare lavatrice e lavastoviglie a pieno carico, dotare i rubinetti di frangigetto, ecc.) e colmare il gap d’investimento sulla rete idrica nazionale che oggi vede in media perdite oltre al 40% con un investimento procapite di 48 euro all’anno contro i 100 euro spesi nella media UE,” conclude Miani.