Biodiversità del Mediterraneo: i biologi stanno cercando di salvare gli squali e le razze dei nostri mari

Il 28 febbraio e l'1 marzo più di 90 ricercatori si sono riuniti al Museo Darwin-Dohrn per pratiche di intervento mirate a salvaguardare le specie degli squali e delle razze
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Squali e razze del Mediterraneo necessitano di misure di conservazione per consentire un intervento mirato in questa fase di diminuzione di questi animali nei nostri mari. Difatti, la metà degli esemplari di queste due specie è oggi a rischio di estinzione a causa della pesca diretta o casuale. Alcuni di essi, tra i quali gli squali sega e gli squali angelo, possono essere considerate purtroppo estinte in alcuni habitat marini.

Più di 90 biologi marini che collaborano con università ed enti di ricerca italiani si sono riuniti a Napoli al Museo Darwin-Dohrn della Stazione Zoologica A. Dohrn il 28 febbraio e l’1 marzo nell’ambito delle attività del Centro Nazionale della Biodiversità (National Biodiversity Future Center) supportato dal PNRR e con la collaborazione del progetto Life Elife.

Lo stato attuale della biodiversità dei nostri mari

Si è trattato di un convegno di ricercatori strenuamente impegnati a contrastare il declino inesorabile di questi animali. I partecipanti hanno promosso l’importanza della ricerca per approfondire alcune tematiche tuttora inesplorate. L’obiettivo è stato quello di suggerire approcci innovativi di conservazione, più efficaci rispetto alle pratiche di intervento ambientale intraprese finora.

Gli interventi di carattere scientifico esposti da 33 ricercatori hanno evidenziato lo stato della letteratura sulla biodiversità, sulla biologia e sull’ecologia, sulle aree di aggregazione e sugli habitat essenziali, sugli impatti della pesca e sull’importanza di questi animali nella funzionalità stessa degli ecosistemi marini.

Una rete di ricerca per migliorare le conoscenze sugli ecosistemi marini

L’incontro ha evidenziato l’importanza di creare una rete di ricerca da sviluppare in rete sul territorio per colmare le lacune conoscitive, lavorando sulle conoscenze, i dati, i campioni e poter avanzare proposte concrete per gli operatori della pesca, per la protezione di queste specie nei nostri mari.

Tra le pratiche di intervento discusse dagli studiosi è stata sottolineata l’importanza delle chiusure spaziali e temporali alla pesca. Questo risulta fondamentale in particolare per le zone ideali per la riproduzione e l’accrescimento delle specie maggiormente a rischio incluse nelle liste rosse dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

L’importanza di fermare la pesca accidentale o delle specie in via di estinzione

Sarebbe auspicabile la modifica di alcuni attrezzi da pesca per prevenire le catture accidentali, l’obbligo di rilascio in mare delle specie rare, come i palombi nel Mar Tirreno o lo squalo volpe nel Mar Mediterraneo. Queste pratiche di intervento sono da affiancare ad un aumento dei controlli delle attività di pesca per fermare la  commercializzazione spietata di specie protette.

La domanda dei mercati mondiali di queste specie alimenta pratiche di sovrapesca a livello internazionale. Il nostro Paese è purtroppo tra i principali importatori al mondo di carni di squali e razze. Sono quindi necessari attuare degli strumenti di disseminazione puntuali ed efficaci per cambiare la percezione del pubblico verso questi animali.

Le campagne di sensibilizzazione dei consumatori

E’ fondamentale creare delle campagne istituzionali di sensibilizzazione dei consumatori rispetto alle problematiche di tutela e salvaguardia della loro biodiversità. Una sensibilizzazione di questo tipo è volta a favorire anche scelte di consumo alimentare responsabili.

Durante il convegno, è stato discussa anche l’importanza di attuare un Piano d’Azione Nazionale sugli Elasmobranchi (squali e razze), come strumento chiave per la conservazione di queste specie nelle acque del Mediterraneo.

La biodiversità dei nostri mari

Squali e razze sono fondamentali per la biodiversità e per la salute stessa degli ecosistemi marini. È emersa l’urgenza di fermare il collasso di queste specie tramite misure di intervento e di conservazione per scongiurarne l’estinzione. L’estinzione è un fenomeno reale, esistito nel passato specie di cui conosciamo l’esistenza solo grazie ai reperti visibili nei musei.

Secondo l’articolo 9 della costituzione italiana, le direttive europee e le convenzioni internazionali, è essenziale preservare la biodiversità. Gli enti organizzatori dell’evento tra cui la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, l’Università di Palermo e l’Università di Padova, il CNR-IRBIM e tutti i partecipanti alle giornate di incontro hanno difatti consolidato questo impegno nel contesto delle attività del Centro Nazionale della Biodiversità (National Biodiversity Future Center) finanziato dal PNRR.

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