Le emissioni derivanti dal sistema alimentare globale potrebbero aggiungere quasi 1°C di riscaldamento al clima terrestre entro il 2100, secondo uno studio modellistico pubblicato su Nature Climate Change. I risultati indicano anche che il miglioramento delle pratiche di produzione e consumo potrebbe evitare il 55% di questo riscaldamento previsto.
La produzione alimentare globale è una fonte considerevole di emissioni di gas serra, in particolare di metano, protossido di azoto e anidride carbonica. I precedenti tentativi di modellare queste interazioni non hanno tenuto conto dei livelli di emissione continui e in evoluzione e richiedono un periodo di tempo arbitrario per soppesare l’importanza dei diversi gas, che sbilancia l’impatto climatico dei gas serra a vita breve o lunga.
Emissioni del sistema alimentare
I ricercatori utilizzano gli attuali modelli di produzione e consumo di cibo a livello globale per proiettare gli impatti futuri del riscaldamento nel corso del XXI secolo in base a cinque scenari demografici. Hanno sviluppato un inventario dettagliato delle attuali emissioni di gas serra per 94 diversi prodotti alimentari, basandosi su un’ampia revisione della letteratura.
Hanno scoperto che i sistemi alimentari da soli potrebbero contribuire al riscaldamento del clima per quasi 1°C entro la fine del secolo. Il metano è responsabile di quasi il 60% del riscaldamento associato al sistema alimentare. Mentre l’anidride carbonica e il protossido di azoto rappresentano circa il 20% ciascuno.
Migliorare pratiche di produzione alimentare
Gli autori hanno anche scoperto che il miglioramento delle pratiche di produzione degli alimenti associati al più alto contributo relativo (carne di ruminanti e non ruminanti, latticini e riso) potrebbe evitare quasi un quarto del riscaldamento previsto entro il 2100.
Ivanovich e colleghi sostengono che l’adozione di una dieta raccomandata dai medici in tutto il mondo, combinata con la decarbonizzazione dell’energia e uno sforzo coordinato per ridurre gli sprechi alimentari, potrebbe portare a un altro quarto di grado di riscaldamento evitato entro la fine del secolo.