Si stringe il cerchio attorno ai ‘creatori’ degli oceani, ossia agli oggetti cosmici che trasportarono sulla Terra le grandi quantità di acqua che hanno dato origine a fiumi, laghi e oceani. Lo studio condotto da Megan Newcombe dell’Università del Maryland, dimostra che le cosiddette meteoriti acondriti, resti di un tipo di asteroidi rocciosi, poverissime di acqua, possono essere escluse tra i possibili candidati.
“Da tempo ci si domanda da dove sia arrivata l’acqua che oggi compre la gran parte della superficie del nostro pianeta”, ha detto all’ANSA Albino Carbognani, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) di Bologna. Formatosi oltre 4 miliardi di anni fa all’interno della nube planetaria che avvolgeva il Sole il nostro pianeta non è sempre stato così come lo vediamo oggi.
Cosa ha portato l’acqua sulla Terra?
Nelle prime fasi era infatti molto più caldo e vicino al Sole. Solo successivamente e per una serie di complesse dinamiche la Terra si è spostato su un’orbita più distante, tale da non essere scaldata troppo. “Si ritiene che in questa fase – ha aggiunto Carbognani – la Terra sia stata colpita da una grande quantità di oggetti che si erano formati in una regione più esterna del sistema solare e che per questo conservassero ancora molta acqua”. Ma quali furono questi oggetti? Le analisi chimico-fisiche hanno in questi anni escluso che a portare l’acqua siano state le comete. La loro acqua ha infatti una firma molecolare differente da quella degli oceani.
“Sappiamo invece che molti asteroidi sono ricchi di acqua compatibile con quella terrestre, per questo li riteniamo i candidati migliori”, ha precisato il ricercatore italiano. Ma analizzando ora meteoriti acondriti, ossia resti di un particolare tipo di asteroidi che si ritiene nel passato si siano scontrati tra loro per formare abbozzi di pianeti poi distrutti. I ricercatori hanno dimostrato che questa tipologia di oggetti è molto povera di acqua e dunque non può aver contribuito a formare i nostri oceani. “Uno studio – ha concluso Carbognani – che di fatto restringe il campo delle ipotesi”.
Vita su altri pianeti
Questi risultati, osservano gli autori, potrebbero avere importanti implicazioni per la ricerca di acqua e vita su altre realta’ cosmiche. “La presenza di oceani superficiali in un pianeta piccolo e relativamente vicino al Sole e’ una sfida – scrivono gli studiosi – per cui non sappiamo con precisione quali processi abbiano reso la Terra il mondo ricco d’acqua che conosciamo oggi”.
Le acondriti, spiegano i ricercatori, si sono schiantate sulla Terra dopo essersi separate da altri corpi celesti e poi sono state riscaldate dal decadimento di elementi radioattivi durante il periodo di formazione del Sistema solare primordiale. Gli esperti hanno utilizzato una microsonda elettronica per misurare i livelli di magnesio, ferro, calcio e silicio all’interno dei meteoriti.