Cervello: il declino inizia dai 30-40 anni, più tardi del previsto

Secondo uno studio invece che a partire dai 25 anni di età, come veniva ipotizzato, il declino del cervello accade quando abbiamo tra i 30 e i 40 anni
MeteoWeb

Il nostro cervello inizia a ‘perdere colpi’ più tardi di quanto finora si pensasse. Invece che a partire dai 25 anni di età, come veniva ipotizzato, questo accade quando abbiamo tra i 30 e i 40 anni. A stimarlo con precisione è una ricerca pubblicata sula rivista ‘Nature Neuroscience‘ che ha analizzato la velocità di elaborazione del cervello e come cambia con l’avanzare dell’età.

I ricercatori del Centro medico universitario di Utrecht, in Olanda, hanno scoperto che le connessioni nel nostro cervello diventano sempre più veloci fino agli “enta”. La velocità di trasmissione è di due metri al secondo nei bambini di 4 anni e cresce fino a 4 metri al secondo nelle persone tra i 30 e i 40 anni. Solo dopo quell’età iniziano a rallentare. Ovvero, spiegano i ricercatori, “il nostro cervello continua a svilupparsi molto più a lungo di quanto pensassimo”.

Cervello, quando inizia il declino?

I ricercatori di Utrecht in collaborazione con la Mayo Clinic del Minnesota, negli Stati Uniti, hanno ottenuto questa mappatura delle connessioni cerebrali utilizzando una griglia di elettrodi che alcuni pazienti epilettici vengono posizionati sotto il cranio in preparazione alla chirurgia dell’epilessia e che sono in grado di misurare l’attività cerebrale.

“Stimolando gli elettrodi utilizzando correnti brevi – ha detto il neurologo dello University Medical Center Utrecht, Frans Leijtenpossiamo vedere quali aree del cervello rispondono in modo anomalo. Pertanto, possiamo creare una mappa di quali aree dovrebbero e non dovrebbero essere rimosse durante l’intervento. Raccogliamo questi dati da circa 20 anni. Solo di recente ci siamo resi conto che potevamo utilizzare le aree non interessate come modello per il cervello umano sano. Ora disponiamo di questi dati per la prima volta”.

La mappatura delle connessioni ha permesso anche di osservare differenze tra le regioni del cervello. Il lobo frontale, la parte anteriore responsabile del pensiero e dell’esecuzione di compiti. Si sviluppa più a lungo nel corso della vita di quanto non faccia l’area responsabile del movimento.

Condividi