È destinato a superare quota 1.200 il numero delle vittime causate dal ciclone tropicale Freddy in Malawi: lo hanno reso noto le autorità mentre è ormai svanita la speranza di ritrovare le persone disperse. Almeno 676 i morti, mentre non vi è ancora traccia di 538 persone, secondo le autorità. La polizia ha riferito che coloro che mancano all’appello sono presumibilmente deceduti. “Stiamo ancora entrando in alcuni luoghi prima inaccessibili,” ha affermato il portavoce della polizia, Harry Namwaza. “Quando il processo sarà concluso allora sarà il tempo opportuno per dichiarare che i dispersi sono presumibilmente morti“.
Se i dispersi in Malawi verranno considerati morti, il bilancio complessivo delle vittime di Freddy in tutti i Paesi colpiti potrebbe raggiungere la cifra di circa 1.400. Il ciclone ha ucciso 165 persone in Mozambico e 17 in Madagascar, secondo le stime dell’ONU.
Il lungo viaggio del ciclone Freddy
Il ciclone Freddy ha accumulato più energia durante il suo viaggio attraverso l’Oceano Indiano di un’intera stagione di uragani negli Stati Uniti. Ha causato distruzione nell’Africa meridionale dalla fine di febbraio, colpendo il Mozambico così come le isole del Madagascar e La Réunion.
“Freddy è un fenomeno meteorologico piuttosto eccezionale,” ha affermato Anne-Claire Fontan, esperta dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale. La sua longevità, la distanza percorsa, il numero di volte che si è intensificato e la quantità di energia che ha accumulato nel tempo sono stati straordinari, ha affermato.
Freddy si è sviluppato per la prima volta vicino all’Australia all’inizio di febbraio. Ha colpito per la prima volta il Madagascar il 21 febbraio, poi la tempesta si è spostata in Mozambico, e poi attraverso l’Oceano Indiano è tornata sulla terraferma, con una maggiore potenza. L’11 marzo ha raggiunto per la 2ª volta il Mozambico e il Malawi.