“Penso che sia evidente che da Ruocco in giù i nostri non sono stati all’altezza. Le persone che rientravano transitando da qualunque aeroporto del mondo dalla Cina andavano messe in quarantena. Non ci avrebbe messo al riparo dal virus totalmente ma dalle responsabilità sì“. E’ il messaggio che Goffredo Zaccardi, allora capo di gabinetto del ministero della Sanità il 23 febbraio 2020 ha scritto a Pier Luigi Bersani, con cui aveva un rapporto di fiducia. Speranza era stato nominato Ministro della Salute proprio come uomo di Bersani, nel governo di Conte frutto dell’accordo politico tra Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Articolo Uno. La chat è tra quelle agli atti dell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione della prima ondata di Covid in Val Seriana.
“Walter mi ha mandato stanotte uno studio degli inglesi che dicono che il virus circola dappertutto da almeno due mesi e che si infetterà il 60% della popolazione mondiale“. E’ il messaggio che 25 febbraio 2020 Giuseppe Ruocco, ex segretario generale del ministero della Salute, scriveva a una funzionaria ministeriale e che fa parte delle chat agli atti dell’inchiesta di Bergamo. Allo scenario tracciato da Walter Ricciardi, direttore del dipartimento di Sanità Pubblica del Policlinico Gemelli di Roma, la donna aveva commentato: “diciamo la verità, ssn da ammodernare. Bravi nella cura ma zero prevenzione e emergenza. E anche assistenza territoriale“. Sulla tenuta del Sistema sanitario nazionale i due erano ritornati a parlare il 28 febbraio, con Ruocco che diceva “si sta già saturando il sistema, non si troveranno le apparecchiature“. E la funzionaria: “altro che ssn migliore del mondo… a parole“. La replica del dirigente “ma per cose normali, questa è un’onda anomala, uno tsunami“. Ruocco poi aveva aggiunto che “ora arrivano i magistrati” e che ci saranno inchieste su tutto, decisioni, tempi, epidemia colposa etc. “Devono arrestare prima i ministri e lo staff di altri 190 Paesi che hanno fatto meno di noi – sosteneva – e poi ne parliamo“.
Lo sfogo di Gallera (Regione Lombardia): “siamo in guerra con le scarpe di cartone”
“Ci hanno fatto andare in guerra come gli italiani in Russia, con le scarpe di cartone“: l’assessore regionale al Welfare Giulio Galleria ha risposto in questo modo all’ex consigliere regionale azzurro Carlo Saffioti, che gli parlava dei problemi con i dispositivi di sicurezza nella Bergamasca scrivendo che “il territorio è allo stremo. Si è investito tutto sugli ospedali che hanno fatto miracoli ma il territorio è rimasto abbandonato a se stesso“. Lo scambio, agli atti dell’inchiesta della Procura di Bergamo, è del 24 marzo. “Il problema è l’assoluta insufficienza dei dpi – ha scritto Gallera – Fin da subito non siamo riusciti a distribuire sul territorio mascherine, camici, visiere ecc perché non ce n’erano. Qui pochi che abbiamo vengono giustamente destinati agli ospedali. Questo ha fatto saltare protocolli e servizi che erano attivi e che avrebbero dovuto essere un presidio di sanità. Ci hanno fatto andare in guerra come gli italiani in Russia, con le scarpe di cartone“.