COVID-19: in Gran Bretagna si è rischiato lo sterminio dei gatti domestici

L'ex ministro James Bethell ha affermato che il governo ha considerato la soppressione dei gatti per il contenimento del virus
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Il governo del Regno Unito ha valutato la possibilità di richiedere alla popolazione di sterminare tutti i gatti domestici durante i primi giorni della pandemia di COVID-19. E’ stato sostenuto in un’intervista a Channel 4 News dall’ex ministro della Salute britannico James Bethell.

Difatti, si è temuto che i gatti domestici potessero trasmettere il coronavirus. L’ex ministro ha affermato:  “Quello che non dobbiamo dimenticare è quanto poco sappiamo di questa malattia. C’è stato un momento in cui non era molto chiaro se gli animali domestici potessero trasmettere il virus. In realtà, è stata ponderata la possibilità di richiedere alla popolazione di sterminare tutti i gatti in Gran Bretagna. Cosa sarebbe successo se avessimo deciso di farlo?

I gatti domestici potenzialmente vettori della malattia

Nel luglio 2020, al culmine della crisi di Covid-19, i proprietari di gatti sono stati avvertiti di non baciare i loro animali domestici. La raccomandazione è stata fatta alla popolazione dopo che un gatto femmina siamese è diventato il primo animale nel Regno Unito a contrarre il virus.

Margaret Hosie, una professoressa di virologia comparativa all’Università di Glasgow che ha guidato il programma di screening, ha consigliato ai proprietari di gatti all’epoca di “rispettare le più ristrettive norme igieniche”. La possibilità di abbattere i gatti è trapelata nelle conversazioni tra Bethel, attualmente Membro della Camera dei Lord britannica e Hacock, ex segretario del Ministro della Salute. Si tratta di oltre 100.000 messaggi WhatsApp.

Un’ipotesi che non si è tramutata in fatti

Questi messaggi forniscono una panoramica del protocollo di intervento del governo britannico nella prima fase della pandemia. Essi includono il suggerimento di Hancock, respinto dal medico inglese ed epidemiologo, Prof Sir Chris Whitty, di sottoporre la popolazione al test del coronavirus andando in case di cura specializzate in Inghilterra. Il portavoce di Hancock ha definito l’affermazione “categoricamente falsa“.

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