Dopo il Covid-19, il ministro della salute intende risolvere la carenza del personale ospedaliero

Dopo 10 anni di tagli alla spesa sanitaria, la riforma della medicina del territorio è centrale nel Piano nazionale di ripresa e resilienza
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Il Covid-19 ha messo in ginocchio la nostra nazione anche sul piano sociale ed economico e questo Governo ha dovuto impegnarsi da subito nel dare risposte a sostegno di famiglie e imprese che ancora scontano le conseguenze della pandemia. Un impatto che non ha risparmiato la sanità, con ripercussioni sulle strutture sanitarie e sociosanitarie. Per questo abbiamo aumentato il Fondo sanitario nazionale, prevedendo una quota di risorse destinate a far fronte al caro energia. Si può fare di più? Certo. Ma dato il contesto di difficoltà economica, aggravata anche dalla guerra in Ucraina, si è fatto molto. Dopo dieci anni di continui tagli alla spesa sanitaria, abbiamo aumentato le risorse del Fsn per gli anni 2023-2024-2025“.

Lo ha evidenziato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento a Bergamo per le celebrazioni della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da coronavirus. “L’Italia – ha ricordato – nelle prime fasi dell’emergenza ha reagito attivando misure di emergenza per aumentare i posti letto di terapia intensiva e semintensiva, potenziare la disponibilità di ventilatori e dispositivi di protezione individuale. Poi è arrivato il lockdown e tutti abbiamo dovuto dare il nostro contributo per contenere il virus rispettando le norme di protezione e di distanziamento sociale“.

L’emergenza Covid-19

Complici le restrizioni dunque, “l’emergenza Covid ha segnato anche una battuta d’arresto alle prestazioni ospedaliere e di specialistica ambulatoriale: milioni di ricoveri, visite, screening oncologici non effettuati. A sostegno delle le Regioni impegnate a ridurre le liste d’attesa e a recuperare le prestazioni perse – ha rimarcato il ministro – abbiamo garantito i fondi necessari e il massimo supporto nell’attuazione dei piani operativi“.

Nella sua tragicità – ha osservato Schillaci – l’emergenza ha rafforzato la consapevolezza di quanto sia essenziale tutelare il diritto alla salute che i nostri Padri Costituenti hanno riconosciuto come diritto fondamentale. Avendo come faro sempre l’articolo 32 della Costituzione, siamo impegnati a curare le ferite inferte dal coronavirus per rendere più resiliente il Servizio sanitario nazionale e superare disuguaglianze ancora esistenti“.

Gli insegnamenti del Covid-19

Il Covid – ha proseguito il ministro – ha insegnato che per rafforzare il Ssn si deve investire in via prioritaria sul personale valorizzandolo sia in termini di trattamento economico che professionale, rendendo la sanità pubblica più attrattiva. Ha insegnato che occorre rivedere i modelli organizzativi accelerando il processo di potenziamento dell’assistenza territoriale, realizzare concretamente la sanità di prossimità e riportare l’ospedale alla sua precipua funzione che è quella di gestire le urgenze e le complessità. La riforma della medicina del territorio è centrale nel Piano nazionale di ripresa e resilienza”, il Pnrr, “con 7 miliardi di investimento; la Missione 6 prevede anche di rendere strutturali le misure assunte in emergenza – ha sottolineato – dotando il servizio sanitario di 3.500 posti letto di terapia intensiva e 4.225 posti letto di terapia semi-intensiva. Al 31 gennaio 2023, sono stati realizzati oltre il 40% dei posti letto di terapia intensiva programmati“.

I vaccini anti Covid-19

E’ poi “fondamentale – ha aggiunto Schillacicontinuare a investire nella ricerca e nell’innovazione tecnologica per migliorare la cura e l’assistenza sanitaria. La ricerca ci ha dato i vaccini anti Covid-19; le nuove tecnologie e la telemedicina, già durante l’emergenza sanitaria, si sono dimostrate fondamentali nella gestione a domicilio dei pazienti cronici, dei pazienti oncologici. Proprio pochi giorni fa è stato firmato l’accordo per la piattaforma nazionale di telemedicina e sono stati ripartiti i fondi destinati alle Regioni per attuare gli obiettivi di assistenza domiciliare integrata previsti nel Pnrr“.

Accanto ciò – ha ribadito – stiamo lavorando per risolvere il problema della carenza di personale e per assicurare un efficace funzionamento delle strutture territoriali finanziate dal Pnrr (Case della comunità, Centrali operative territoriali, Ospedali di comunità)“.

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