Energia, le rinnovabili non bastano: Enel torna a investire sul nucleare (ma all’estero)

Energia, maxi investimento di Enel sul nucleare di quarta generazione che in Italia gli ambientalisti non vogliono
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Trentasei anni dopo il referendum del 1987 che pose fine alla stagione del nucleare in Italia, Enel torna a investire nell’atomo. Il gruppo ha annunciato ieri un accordo con la startup torinese newcleo per realizzare all’estero i reattori a fissione di 4ª generazione. Sono piccoli impianti che usano come combustibili i rifiuti radioattivi di uranio e plutonio, e sono raffreddati a piombo. L’obiettivo è installare il primo reattore da 30 magawatt entro il 2030 in Francia, e il secondo da 200 megawatt entro il 2032 nel Regno Unito. L’Italia purtroppo non ha ancora autorizzato questo tipo di attività, e le nostre aziende sono costrette a lavorare all’estero.

Newcleo è una società fondata nel settembre del 2021 a Torino dal fisico Stefano Buono, già collaboratore di Carlo Rubbia. Il suo obiettivo è proprio sviluppare i reattori nucleari di quarta generazione. Ha un capitale di 400 milioni di euro, 150 dipendenti e sedi in Francia e Regno Unito. Il primo passo della tabella di marcia di newcleo sarà la progettazione e la costruzione del primo mini-Lfr (reattore veloce raffreddato a piombo) da 30 Mw: sarà installato in Francia entro il 2030. In parallelo, newcleo investirà nella costruzione di un impianto per la fabbricazione di Mox (combustibile nucleare a base di ossido misto di uranio e plutonio, ricavato dalle scorie nucleari esistenti) per alimentare i suoi reattori. Due anni dopo, newcleo costruirà il suo primo reattore da 200 Mw nel Regno Unito.

E proprio ieri è approdato al parlamento francese il progetto di legge per accelerare il rilancio dell’energia nucleare. Al centro di discussioni e polemiche, il provvedimento vorrebbe facilitare la costruzione di nuovi reattori in Francia, 6 EPR promessi da Emmanuel Macron entro il 2035. In Italia, newcleo collabora dal 2022 con Enea per la realizzazione del suo primo prototipo, al Centro ricerche del lago del Brasimone, in provincia di Bologna: un reattore non nucleare che consentirà di testare tutta la componentistica e il funzionamento dei reattori di newcleo, senza utilizzare materiali radioattivi. I reattori a fissione di 4ª generazione (Small modular reactor) sono impianti modulari di piccole dimensioni, in pratica cilindri di acciaio con dentro il reattore di un sommergibile nucleare. Possono essere costruiti in fabbrica e portati sul posto con un tir, con grandi risparmi di tempi e di costi. Nel mondo se ne stanno costruendo diversi: dovrebbero diventare operativi per la fine del decennio. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, si è più volte detto favorevole al nucleare di 4ª generazione, suscitando le ire degli ambientalisti. Per Pichetto, tornare alle grandi centrali nucleari tradizionali è ormai impossibile ma gli Small modular reactor potrebbero servire per compensare gli sbalzi di produzione delle rinnovabili, senza avere le emissioni di gas serra delle centrali a metano.

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