“Abbiamo valutato di acquisire un impianto, le autorizzazioni hanno impiegato 10 anni ad arrivare e quando sono state ottenute i macchinari erano diventati obsoleti ed erano fuori produzione”. Nelle parole di Giacomo Ciacci, ad di Inergia Spa, azienda protagonista in Italia e in Europa nella produzione di elettricità da fonti rinnovabili, la rappresentazione del grande paradosso di un’Italia divisa dalla necessità di modificare l’approvvigionamento energetico moltiplicando fornitori e fonti per salvaguardare sia l’ambiente che l’economia del Paese e, però, al tempo stesso costretta a far fronte alle difficoltà di muoversi in una giungla burocratica fatta di montagne di carta e tempistiche interminabili. Di fronte, tuttavia, c’è un futuro fatto di ricerca e innovazione che vede, ad esempio, pannelli fotovoltaici più performanti, impianti eolici offshore capaci di sfruttare anche venti fino a pochi anni fa improduttivi. Di attualità e prospettive, di normativa, ricerca e sviluppi tecnologici si è parlato ieri, mercoledì 22 marzo, nel corso di “Energia 2043, tu pensa il mondo fra 20 anni – Il caso Inergia, dai primi passi alla transizione energetica: il futuro è self made e in movimento”, incontro che si è tenuto nella giornata d’apertura del K.EY – The Energy Transition Expo, la grande manifestazione fieristica di Rimini dedicata alle energie rinnovabili. Un settore che in Italia è tornato a essere al centro del dibattito nazionale ma per il quale c’è ancora molta strada da fare per un suo effettivo sviluppo. Catturare la forza del sole e del vento: energia illimitata e green, figlia di una ricerca costante verso una reindustrializzazione che sia davvero sostenibile e amica del Pianeta. Una panoramica sull’attualità, sulla normativa di settore, sulla ricerca: un focus molto partecipato e di grande interesse nei 20 anni di vita di Inergia.
“Noi abbiamo in previsione 500 milioni di investimenti nei prossimi 5 anni – ha annunciato l’ad Ciacci – Spero che il governo nazionale pianifichi la transizione energetica con lungimiranza. Occorre ridefinire vincolistica e iter autorizzativi. Solo così ci avvicineremo a un’indipendenza energetica che creerà un sistema virtuoso di prezzi stabili, che non esponga famiglie e imprese a repentini cambi dei costi. Possiamo farlo ma serve pianificazione, chiarezza nelle regole e tempi certi. Non è possibile che un progetto si blocchi e poi dopo anni di attesa e due gradi di giudizio si dica che doveva essere autorizzato. Serve oggettività e non soggettività. Noi ci siamo, siamo pronti a investire, anche attirando capitali esteri ma serve uno scatto di reni normativo e di mentalità“. Che sia fotovoltaico o eolico, ad oggi le criticità non mancano. Dal valore dei terreni – quasi raddoppiati rispetto a tre anni fa – alle difficoltà di reperirne esenti da vincoli ambientali o paesaggistici che spesso non tengono conto delle ricadute positive in termini di servizi sulle comunità e sulle amministrazioni locali. “Un settore – ha spiegato Fulvio Scia, consulente di Sinergia Energy Green Power e per l’occasione moderatore del convegno – che sarebbe potuto essere molto più avanti se le politiche nazionali avessero creduto con maggior costanza nella sua importanza strategica. Mai come in questo periodo di grandi emergenze geopolitiche abbiamo, di fatto, preso consapevolezza della angosciante dipendenza dagli approvvigionamenti esteri cui siamo stati costretti in mancanza di una visione lungimirante e della effimera certezza delle fonti convenzionali”.
Nel corso dell’incontro Gioacchino Pignoloni e Nicola Carè, manager di Inergia impegnati rispettivamente nello sviluppo eolico e nello sviluppo solare hanno ripercorso i suoi 20 anni di attività dell’azienda dai primi passi alla Transizione Energetica di cui si parla oggi con un focus sulle prospettivi per il prossimo ventennio. Una finestra sul futuro. Al loro fianco anche Simone Togni, presidente Associazione Nazionale Energia del Vento, Paolo Rocco Viscontini, presidente Italia Solare. Traiettoria futuro. “Abbiamo fatto tanta strada e tanti impianti – ha evidenziato Togni – Sembra che i discorsi siano sempre gli stessi mentre in realtà 20 anni fa si pensava che 5mila megawatt generati dal vento fossero un sogno irrealizzabile in Italia: oggi abbiamo una produzione di quasi 11mila megawatt e nonostante gli ostacoli l’obiettivo è raddoppiare”. Secondo Viscontini per il futuro occorrerà prestare attenzione “anche al tema degli accumuli perché non c’è rinnovabile che ne può prescindere. Checché se ne dica, l’energia rinnovabile è programmabile: la tecnologia va avanti e sono convinto che anche solo fra 5 anni avremo soluzioni a a costi ridotti oggi inimmaginabili”.