Ai tropici, le foreste che si stanno riprendendo dai disordini umani rimuovono 107 milioni di tonnellate di carbonio fuori terra ogni anno. Per ettaro, le maggiori riduzioni di carbonio sono state riscontrate nel Borneo rispetto all’Amazzonia e all’Africa centrale. I risultati dimostrano l’importante valore in termini di carbonio della conservazione delle foreste in fase di recupero e della protezione delle foreste di vecchia crescita.
Le foreste tropicali sono ecosistemi vitali nella lotta ai cambiamenti climatici. Tuttavia, vaste aree forestali sono ancora degradate o perse a causa della deforestazione e dei cambiamenti ambientali, nonostante molti Paesi si siano impegnati a ripristinare le foreste. Un nuovo studio, che utilizza i dati satellitari della Climate Change Initiative dell’ESA, rivela che il recupero delle foreste riesce a contrastare solo un quarto delle attuali emissioni di carbonio.
Ruolo delle foreste nel ciclo di carbonio
Le foreste svolgono un ruolo cruciale nel ciclo del carbonio della Terra, poiché assorbono e immagazzinano grandi quantità di carbonio dall’atmosfera. Tuttavia, i cambiamenti climatici, il degrado forestale e la deforestazione stanno causando il rilascio nell’atmosfera di gran parte del carbonio immagazzinato, soprattutto nelle regioni tropicali umide. La nuova ricerca, pubblicata oggi su Nature e condotta dall’Università di Bristol e dall’Istituto nazionale brasiliano per la ricerca spaziale (INPE), ha mostrato come le foreste degradate e la ricrescita di foreste secondarie in aree precedentemente disboscate, rimuovano ogni anno almeno 107 milioni di tonnellate di carbonio dall’atmosfera nei tropici.
Questo bacino è approssimativamente equivalente a controbilanciare la metà delle emissioni annuali di combustibili fossili del Sud America. Utilizzando dati satellitari, un team di ricercatori internazionali ha quantificato i tassi di recupero del carbonio in diversi tipi di foresta e ambienti nelle tre maggiori foreste tropicali: Amazzonia, Africa centrale e Borneo.
L’assorbimento del carbonio
I risultati dimostrano l’importante valore in termini di carbonio della conservazione delle foreste in via di recupero. Tuttavia, la quantità totale di carbonio assorbita è sufficiente a controbilanciare il 26% delle emissioni di carbonio rilasciate inizialmente a causa della distruzione e del degrado delle foreste tropicali umide.
L’autrice principale, Viola Heinrich dell‘Università di Bristol, ha commentato: “Il nostro studio fornisce le prime stime su scala regionale e pan-tropicale dell’assorbimento di carbonio nelle foreste tropicali che si stanno riprendendo dal degrado e dalla deforestazione. Sebbene la protezione delle antiche foreste tropicali rimanga una priorità, dimostriamo il valore della gestione sostenibile delle aree forestali che possono riprendersi dal degrado e dalla deforestazione legati alle attività umane”.
La ricerca tramite dati satellitari
Il team ha utilizzato i dati satellitari in grado di distinguere la deforestazione da altri disturbi indotti dall’uomo, come il disboscamento e gli incendi, per determinare i tipi di foreste che stanno ricrescendo. In combinazione con le informazioni provenienti dal set di dati dell’ESA sulla biomassa fuori terra e le variabili ambientali, il team ha modellato i modelli spaziali della ricrescita delle foreste in Amazzonia, Africa centrale e nell’isola del Borneo.
E’ stato possibile osservare che le foreste degradate del Borneo hanno registrato la maggiore riduzione di carbonio, in gran parte dovuta al disboscamento ad alta intensità, rispetto all’Amazzonia e all’Africa centrale. È interessante notare che le foreste degradate del Borneo avevano un tasso di accumulo di carbonio molto più rapido, circa il 50% in più rispetto alle regioni dell’Amazzonia e dell’Africa centrale, probabilmente a causa del clima e dell’ambiente favorevoli.
Il team ha anche scoperto che un terzo delle aree forestali degradate dal disboscamento o dagli incendi è stato poi completamente disboscato, sottolineando la vulnerabilità del pozzo di carbonio in queste foreste in via di recupero.
Gravi danni non sostenibili
Viola ha aggiunto: “Ci sono molte foreste nei tropici che hanno subito gravi danni umani non sostenibili. I dati satellitari ci hanno fornito una copertura spaziale e temporale continua che ci ha permesso di cogliere i modelli complessi e dinamici di recupero lungo i gradienti ambientali.”
“Tali informazioni non possono essere ottenute solo con i dati sul campo. Utilizzando i dati satellitari disponibili dagli anni ’80, abbiamo potuto monitorare le dinamiche temporali delle foreste e determinare per quanto tempo si sono riprese da disturbi umani come la deforestazione e il disboscamento. Utilizzando il prodotto ESA sulla biomassa fuori terra, possiamo stimare e modellare l’accumulo di carbonio fuori terra nelle foreste in fase di recupero in tutti i tropici”.
Distribuzione dei tipi di foresta
Alla COP27, Brasile, Indonesia e Congo hanno stretto un’alleanza Sud-Sud per proteggere le foreste pluviali. Nel gennaio 2023 si è insediato il nuovo presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, che si è impegnato a rimediare ai danni causati dalle politiche precedenti e a tornare a proteggere e ripristinare l’Amazzonia.
Clement Albergel, scienziato per le applicazioni climatiche dell’ESA, ha spiegato: “La COP26 ha visto i leader mondiali approvare la Dichiarazione dei leader di Glasgow sulle foreste e l’uso del suolo, con l’obiettivo principale di arrestare e invertire la perdita di foreste e il degrado del territorio entro il 2030.
“Le osservazioni satellitari della Terra non solo possono aiutarci a monitorare la deforestazione, ma possono anche fornire informazioni preziose sulle foreste secondarie e degradate, come la dinamica del loro recupero e la quantità di carbonio che accumulano. Queste informazioni sono fondamentali per informare i politici e sostenere l’attuazione delle politiche”.