L’acqua è una risorsa fondamentale e insostituibile per la vita sulla Terra. Di conseguenza, svolge un ruolo fondamentale negli obiettivi di sviluppo sostenibile garantendo il benessere sociale e ambientale. Allo stesso tempo, l’acqua potabile come risorsa e le infrastrutture idriche sono tra i settori più vulnerabili durante i conflitti armati. Ciò ha datto maggiore rilevanza sia al ruolo dell’acqua come motore di conflitti sia per l’impatto dei conflitti armati sui sistemi idrici.
La guerra tra Ucraina e Russia iniziata a fine febbraio 2022 ha conseguenze ambientali di vasta portata, in particolare per quanto riguarda le risorse idriche e la loro gestione. In uno studio di recente pubblicato sulla rivista Nature sustainability è analizzata l’entità dell’impatto delle azioni militari della guerra in Ucraina sulle risorse idriche interne e sulla gestione delle infrastrutture idriche, durante i primi tre mesi del conflitto.
Le conseguenze negative della guerra in Ucraina sul settore idrico
Le pressioni imposte al settore idrico hanno avuto conseguenze negative sulla disponibilità e la qualità delle risorse idriche di acqua potabile per la popolazione civile. I risultati dello studio hanno mostrato che molte infrastrutture, come le dighe nei bacini, per l’approvvigionamento idrico, sono a rischio di essere colpite dalle mine, anche sotterranee, per via delle azioni militari.
Il proseguimento del conflitto avrà implicazioni negative sulla sostenibilità non solo in Ucraina ma anche a livello globale. Esso potrà ostacolare la distribuzione dell’acqua potabile, i servizi igienici, la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse idriche. Ciò ha notevoli conseguenze sulla sicurezza energetica e alimentare.
Il rapporto della Cronologia dei conflitti idrici
Le implicazioni del conflitto sulle risorse di acqua dolce e le infrastrutture idriche, dal 2500 a.C. ad oggi, sono inserite nel rapporto della Cronologia dei conflitti idrici (Pacific Institute). Questa banca dati è costituita da più di 1.300 voci, che coprono tre categorie distinte: (1) acqua come ‘stimolo‘ (il controllo o l’accesso all’acqua porta alla violenza), (2) l’acqua come ‘arma‘ (l’acqua è usata come un’arma durante un conflitto) e (3) acqua come ‘vittima‘ (attacco diretto ai sistemi idrici) della violenza bellica.
Negli ultimi dieci anni, il numero di conflitti registrati a livello mondiale è aumentato, in particolare nei casi in cui l’acqua potabile è stata utilizzata come un fattore scatenante e/o come vittima di un conflitto (fig. 1).
I danni collaterali del conflitto
Oltre a questi, le risorse idriche sono spesso minacciate da danni collaterali (per esempio, la fuoriuscite inquinanti causate da un’azione militare). Nonostante l’importanza di una simile tematica, vi è una mancanza di ricerca accademica sui molteplici impatti dei conflitti armati sul settore idrico.
Per esempio, una revisione sistematica dello studio di Schillinger e colleghi sull’acqua in situazioni di conflitto. Geograficamente,
la maggior parte degli studi si è concentrata sul Medio Oriente (in particolare, su Iraq, Siria e Israele), Africa e Asia.
I danni sull’ambiente
Il conflitto armato tra Ucraina e Russia (secondo la definizione del Comitato internazionale della Croce Rossa), iniziato il 24 febbraio 2022, è emblematico per quanto riguarda l’impatto sull’ambiente e in particolare sulla risorse idriche e sulle infrastrutture idriche.
A differenza di quanto riportato in precedenza sui conflitti nei territori posti nel Sud del mondo, l’attuale conflitto armato si è verificato in una regione caratterizzata da una forte industrializzazione.
Le criticità delle infrastrutture idriche in Ucraina
Le criticità delle vaste infrastrutture idriche dell’Ucraina comprende grandi serbatoi, dighe idroelettriche, impianti di raffreddamento per centrali nucleari, serbatoi d’acqua utilizzati per l’industria e l’estrazione mineraria e ampi canali di distribuzione dell’acqua e condutture per l’irrigazione e per scopi domestici.
La maggior parte di questa infrastruttura idrica si trova nella parte orientale e nelle zone meridionali del paese, zone di intensa produzione agricola e le principali attività industriali come la metallurgia, l’estrazione del carbone e la produzione chimica.
Un territorio già martoriato
In questa analisi, sono raccolte le informazioni sull’impatto del conflitto armato sulle risorse d’acqua dolce e le infrastrutture sulla base delle prove riportate durante i soli primi tre mesi del conflitto. Le sfide chiave sul settore idrico che l’Ucraina si trova ad affrontare a causa del conflitto armato rappresentano una retrospettiva sulle catastrofi precedenti nel settore idrico del paese.
Questo studio si pone l’obiettivo di diffondere la consapevolezza di questo problema e di fornire prove e informazioni per aiutare a motivare la comunità internazionale ad agire per fermare il conflitto e sviluppare meccanismi per prevenire futuri danni idrici e ambientali da conflitti.
Il pericolo di inquinamento radioattivo
Oltre alle inondazioni, alla violazione delle dighe lungo il fiume Dnepr, si pone il problema del pericolo di inquinamento radioattivo secondario a causa dell’incontrollato rilascio di materiale radioattivo accumulato nei sedimenti e associati a materiali colloidali nelle acque superficiali dopo la catastrofe nella centrale nucleare di Chernobyl (NPP) nel 1986.
A seguito dell’incidente, i laghi della Cascata delle dighe Dnieper hanno agito come lavandini di sostanze radioattive, con un ampio accumulo registrato nel serbatoio di Kiev. Per quanto riguarda il radiostronzio, circa il 43% della forma disciolta è entrata nel sistema Dnieper dal 1987 al 1993 e ha raggiunto il Mar Nero. La centrale nucleare a Zaporizhzhia è la più grande centrale nucleare in Europa, e si trova sulla riva del lago Kakhovka , 40 km a valle della diga del Dnieper.
I rischi del proseguimento del conflitto in Ucraina
Una perdita improvvisa di acqua necessaria per il sistema di raffreddamento attivo del reattore può portare ad uno scenario analogo all’incidente alla centrale di Fukushima in Giappone nel 2011.
Il bacino Kakhovka serve anche come fonte di acqua potabile per il più grande sistema di irrigazione in Ucraina e in Europa. Queste aree sono a forte rischio di bombardamenti intenzionali o non intenzionali che minacciano le regioni agricoltura, produzione alimentare e commercio alimentare internazionale.