Non solo i telescopi da terra ma anche quelli spaziali vengono sempre più spesso disturbati nelle loro osservazioni dal passaggio delle costellazioni di satelliti artificiali, come quelle di Starlink di Elon Musk. Nel caso del telescopio spaziale Hubble, ad esempio, la probabilità che le immagini risultino guastate dalle loro scie luminose è salita dal 3,7% al 5,9% nell’arco di un decennio ed è destinata ad aumentare ancora in futuro. Lo dimostra una ricerca condotta da un team internazionale di esperti grazie all’intelligenza artificiale e al contributo di 11.000 cittadini-scienziati. I risultati sono pubblicati su Nature Astronomy.
Il telescopio spaziale Hubble di NASA e Agenzia Spaziale Europea (ESA), in orbita da oltre trent’anni, si muove a un’altezza che è in lento declino a causa dell’attrito con l’atmosfera e che ora è pari a circa 538 chilometri. Per questo motivo le sue osservazioni sono esposte al passaggio di altri satelliti situati in orbite più alte che, a seconda dell’angolo di illuminazione solare, della posizione e del puntamento del telescopio, possono causare fastidiose scie luminose.
Per valutare l’entità del problema, i ricercatori hanno esaminato oltre 100.000 immagini acquisite da Hubble tra il 2002 e il 2021, alla ricerca di puntini o scie luminose dovute ai satelliti. Per riuscire in questa impresa titanica, hanno chiesto aiuto a 11.000 volontari che erano già impegnati nello studio delle immagini di Hubble alla ricerca di asteroidi nell’ambito del progetto ‘Hubble Asteroid Hunter’. Le loro segnalazioni sono state quindi raccolte e rielaborate con l’intelligenza artificiale per fare una stima complessiva delle interferenze presenti in tutte le osservazioni di Hubble.
I risultati indicano che negli ultimi 20 anni le costellazioni satellitari hanno rovinato circa il 2,7% delle immagini di Hubble. Quelle acquisite nel 2009 (prima dell’inizio dei lanci di Starlink) avevano una probabilità del 3,7% di contenere tracce di satelliti, ma nel 2021 (con 1.562 Starlink in orbita) la probabilità è salita al 5,9%, un valore destinato ad aumentare con la crescita delle costellazioni di satelliti previste per i prossimi anni.
Per arginare il problema, i ricercatori suggeriscono di inviare i telescopi spaziali più lontano nello spazio, come è stato fatto con il telescopio James Webb. Ma la questione dell’inquinamento luminoso dovuto alle costellazioni di satelliti è così sentita che è stata recentemente messa all’ordine del giorno anche alle Nazioni Unite, grazie a una petizione per la protezione dei cieli bui presentata al Comitato Onu per gli usi pacifici dello spazio esterno (Copuos) da un’ampia collaborazione che include l’Unione astronomica internazionale (IAU) e l’Osservatorio europeo meridionale (ESO).