“E’ mancata la medicina di territorio con una pressione eccessiva della gestione ospedaliera dell’infezione. Tale pressione poteva essere ridotta del 90% con l’impiego domiciliare precoce di farmaci anti-infiammatori a basso costo che, al contrario, sono stati proibiti per applicare il protocollo Tachipirina e vigile attesa che è stato responsabile della mancata e tempestiva gestione clinica dell’infezione e della relativa mortalità. Attualmente, anche sulla base di revisioni accurate della letteratura, l’impiego di tali farmaci era essenziale, ma non è stato consentito, perché si doveva poi imporre il vaccino come unico strumento di prevenzione, sebbene mancassero, per quest’ultimo, studi clinici controllati che ne permettessero l’autorizzazione condizionata.” E’ quanto si legge su Quotidiano Web, in un’intervista al dottor Giuseppe Barbaro, internista e cardiologo presso un importante ospedale romano.
“Eppure, su questa base, è stato formulato il DL 44/21, divenuto poi legge 76/21, sull’obbligo vaccinale con annullamento dei diritti costituzionali in aperta violazione dell’art. 32 della costituzione. Le recenti sentenze della Corte Costituzionale, sono state scritte per l’esclusivo interesse di salvare i vertici istituzionali dall’accusa di tradimento della Costituzione. Non esistono altri farmaci al di fuori di quello che viene ritenuto obbligatorio per legge.”
Medici perseguitati dall’ordine
“I medici che non si sono adeguati ai protocolli ministeriali sono stati perseguitati dall’ordine. Che si è dimostrato sempre più garante e servitore della politica che della dignità e della tutela della professione. Il farmaco è efficace per la prevenzione e il contagio. Non era vero. I vaccinati si contagiano e trasmettono l’infezione al pari dei non vaccinati e la protezione immunitaria, in richiami successivi, diventa addirittura negativa.”
“Il farmaco è sicuro e gli eventi avversi sono lievi, – continua Barbaro- transitori e non invalidanti. Non è vero, perché gli eventi avversi sono spesso gravi e invalidanti e associati anche alla morte del paziente. L’art. 32 specifica che la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana e la morte anche di un singolo individuo non può e non deve giustificare l’interesse collettivo.”
Figura del medico snaturata
“Vi era una regia internazionale cui i nostri politici dovevano adeguarsi ed obbedire fino a violare, apertamente, le leggi e i diritti stabiliti dalla nostra Costituzione. L’aspetto più sconfortante è rappresentato dalla cieca obbedienza a questi diktat politici da parte dei medici che avrebbero dovuto reagire e far capire agli organi governativi gli errori che la politica, per interessi prevalentemente finanziari, stava compiendo non certo in funzione della tutela della salute, della vita e della qualità di vita dei cittadini.”
“La politica – conclude Barbaro – ha preteso che la figura del medico fosse snaturata nelle sue finalità etiche per farlo divenire complice di un palese crimine contro l’umanità. Questo non l’ho potuto accettare anche se mi è costato la persecuzione. Ma la persecuzione diventa un successo quando vince la verità. E la verità sta emergendo nei suoi più crudi dettagli.”