Uno studio condotto da Corrado Malanga e il suo team sulla piramide di Cheope, conosciuta anche come Grande Piramide di Giza, o piramide di Khufu potrebbe aprire nuovi scenari sulla vera funzione di questa piramide. Il gruppo di ricerca è stato coordinato da Corrado Malanga, ex ricercatore del Dipartimento di Chimica dell’Università di Pisa. Gli esperti hanno utilizzato il “radar ad apertura sintetica” a più di 600 km di distanza per guardare attraverso le piramidi.
Si tratta di una speciale tecnica radar dell’ESA, chiamata anche “SAR“, abbreviazione di Synthetic Aperture Radar, che consente di ottenere immagini ad alta risoluzione da una grande distanza, ad esempio dallo spazio. Un radar può essere immaginato come apparecchio che spara un segnale di micro-onda elettromagnetica. Questo segnale colpisce la superficie e quando ritorna al punto di partenza riporta con sé tutte le informazioni che ha ottenuto al momento dell’ “urto” con l’oggetto solido in questione.
L’uso delle immagini satellitari della Piramide di Cheope
Lo studio è stato condotto tramite l’utilizzo di un’antenna di 6 metri collegata a un satellite, al fine di fotografare le piramidi dall’alto. Le immagini fotografate dall’antenna satellitare formano un mosaico di foto scattate nell’arco di 6-12 giorni. Queste fotografie raccolte in serie, sono state sovrapposte l’uno sopra l’altra, per abbassare il rumore di fondo. Da questa combinazione di foto satellitari possono essere raccolti precisamente due gruppi di dati distinti. Se raccogliamo questi gruppi di dati sotto forma di puntini su due foto distinte, si ha la magia.
Quando questi due fotogrammi vengono sovrapposti, si forma l’immagine della piramide in tre dimensioni portando alla luce anche quello che vi è dentro e sotto la Piramide stessa. La precisione del radar è eccezionale perché all’esterno misura vibrazioni dell’ordine di un millimetro.
La particolarità di alcune Piramidi
La Piramide di Cheope, ma anche la Piramide di Chefren e e la Piramide di Menkaure non hanno 4 facce ma bensì otto. Le 4 facce infatti sono in realtà concave: i blocchi sono stati disposti in modo tale da creare una depressione centrale su ogni lato con una variazione di circa mezzo grado rispetto al piano ideale.
Per Corrado Malanga servono 8 lati al posto di 4, perché la piramide possa funzionare da grondaia dell’acqua. Utilizzando una sub apertura di soli 6 chilometri e modulando il radar ad un’opportuna frequenza, gli studiosi hanno osservato come la luce si rinfranga e ritorni con una serie di informazioni ad una frequenza di 432 Hz. Sia la piramide, sia le stanze, sia la vasca di granito che secondo gli egittologi doveva contenere il faraone rispondono a una serie di teorie matematiche: il π, la sezione aurea e la frequenza di 432 Hz.
L’analisi tomografica
Questi numeri vanno a costituire una matrice. Malanga e il suo gruppo di ricerca, sezionando questa matrice attraverso delle tomografie in sezioni hanno ottenuto uno spettro. Mettendo insieme queste tomografie, il team di ricerca ha scoperto, oltre il corridoio, chiamata “Grande galleria”, la stanza dell’imperatore, la stanza della regina, un’area nella parte Nord che nell’esame tomografico appariva un’area estremamente colorata.
Nella profondità della Piramide di Cheope, scendono per oltre 100 metri due gallerie e arrivano fino a due camere poste ai bordi della piramide. Da queste camere partono due scivoli. Questi sono collegati da un corridoio e dal centro del corridoio si crea una struttura che circonda tutta lo zed, la stanza sopra quella del faraone.
L’importanza terapeutica dei fononi
Che significato ha questa scoperta? L’ipotesi del dottor Malanga e dei suoi collaboratori è che la piramide fosse in realtà uno strumento terapeutico per gli egizi che funzionava con la vibrazione del vento che soffia sopra il Cairo. Infatti sembrerebbe che al tempo delle costruzioni delle Piramidi vi erano a poca distanza dei giacimenti di acqua del Nilo che veniva deviata fino alle piramidi. Secondo questi studiosi, chi ha costruito le piramidi, conosceva l’importanza dei fononi e dell’uso terapeutico dell’energia delle vibrazioni.
In fisica il fonone è una “quasiparticella” che descrive un quanto di vibrazione in un reticolo cristallino rigido. In altre parole, i fononi sono delle particelle del suono. La piramide quindi vibrava e la sua vibrazione aveva una funzione terapeutica. Va considerato che gli antichi cinesi e gli antichi tibetani, ma anche le antiche popolazioni dell’America del Sud usavano i fononi per guarire gli ammalati e per diffondere buona salute.
Una sorta di “diapason di pietra”
Questi grossi corridoi che penetrano dal basso nella piramide agiscono come un grosso diapason di pietra che serve per equalizzare le vibrazioni del terreno. Questi suoni salgono lungo i due corridoi che fungono come le forchette del diapason che equalizzano le vibrazioni nella struttura intorno allo zed. Esso ha 5 camere costruite in modo particolare, fatte di granito. Si consideri che il suono nel granito va a 4000 metri al secondo, mentre nell’aria va a soli 342 metri al secondo.
Queste cinque camere costituiscono una sorta di filtro, attraverso il quale passano solo le frequenze più basse, simili agli strumenti che vengono agganciate a un microfono per non farlo vibrare. Il suono si propaga e crea un’onda stazionaria al centro della stanza. Qui c’è il blocco di granito nel quale ci sarebbe stato secondo gli egittologi il faraone. Sotto la stanza della regina c’è un’altra stanza.
La spiegazione al buco sul pavimento della stanza della regina
Quasi al centro della stanza della regina vi è un buco del pavimento tappato, scoperto già nel 1880 da un’equipe francese. Malanga e il suo team ritengono che si tratti di un buco tappato di residui che un tempo serviva per svuotarla. Pertanto la stanza della regina veniva allagata d’acqua fino a una certa altezza, così come la stanza del faraone.
L’acqua nelle stanze fungeva da “filo elettrico“. La vibrazione del suono passava dall’aria all’acqua con onda portante di 128 Hz. L’acqua del Nilo convergeva l’acqua, attraverso due pozzi inclinati all’interno piramide. Il livello dell’acqua restava sempre ad una certa altezza. Infatti, l’acqua entrava nel sarcofago e andava a riempire la stanza di sotto. I suoni all’interno della piramide dovevano essere mantenuti a 432 Hz, che per gli antichi era la frequenza in cui era stato creato l’Universo.