L’infezione chikungunya preoccupa il Sud America, 115mila casi in 8 settimane

Già nel 2022 sono stati registrati 273 mila casi di infezione, la tendenza sembra confermarsi in Brasile e Paraguay anche nel 2023
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La Pan American Health Organization (Paho) ha diramato un’allerta su un aumento dei casi di chikungunya soprattutto nel Sud del continente americano. Nel 2022 sono stati registrati 273 mila casi di infezione, un numero più che doppio rispetto al 2021; il numero di decessi è stato invece 7 volte maggiore.

La tendenza sembra confermarsi anche nel 2023: nelle prime otto settimane dell’anno sono stati registrati 115mila casi e 33 morti. I Paesi più interessati sono Paraguay e Brasile. La chikungunya è una malattia virale che viene trasmessa all’uomo da zanzare infette.

Le malattie trasmesse dalle zanzare

L’aumento dei casi e dei decessi per chikungunya rispetto ai numeri riportati negli ultimi anni si aggiungono alla contemporanea circolazione di altre malattie arbovirali, come dengue e Zika, che incidono sul sovraccarico dei servizi sanitari“, spiega la Paho. “Queste tre malattie sono trasmesse dagli stessi vettori, Aedes aegypti e Aedes albopictus, presenti in quasi tutti i paesi e territori della Regione delle Americhe“.

Visto l’anomala intensità della trasmissione, la Pan American Health Organization ha invitato i Paesi dell’intero emisfero meridionale a intensificare le attività di prevenzione e controllo delle infezioni e rafforzare la capacità di risposta dei sistemi sanitari.

Le preoccupazioni per il futuro

Il timore è che l’impatto dell’infezione possa aumentare ulteriormente, anche a causa “dell’aumento del numero di persone suscettibili all’infezione, dato che sono trascorsi 8 anni dall’epidemia del 2014, l’ultima grande epidemia di chikungunya nelle Americhe“.

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