L’Iran “è in grado di fabbricare 7 bombe nucleari in tre mesi”

Crescono le preoccupazioni internazionali per la possibile dotazione nucleare dell'Iran
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L’Iran potrebbe avere abbastanza materiale fissile per produrre una bomba nucleare in soli 12 giorni e altre quattro bombe nel giro di un mese. E’ quanto si legge in un rapporto dell’Istituto per la scienza e la sicurezza internazionale, think tank basato a Washington DC, basato sulle informazioni fornite dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). La relazione evidenzia che l’Iran sarebbe più vicino che mai a fabbricare l’arma atomica. Negli ultimi mesi, in effetti, Teheran ha arricchito l’uranio appena al di sotto ai livelli necessari per scopi militari, sollevando timori che la Repubblica islamica possa eseguire test nucleari in qualsiasi momento. Nel suo ultimo rapporto, l’Aiea ha riferito che l’Iran ha arricchito le particelle di uranio fino all’83,7% di purezza (molto vicino al livello di purezza del 90 per cento utile per realizzare una bomba atomica) nel suo impianto di Fordow, situato nella provincia di Qom, a sud di Teheran. Si tratta dei livelli più alti mai scoperti nei siti di arricchimento iraniani, 18 superiore volte al tetto consentito dall’accordo sul nucleare firmato a Vienna nel 2015.

Secondo l’Aiea, l’Iran ha fatto sapere che fluttuazioni involontarie nei livelli di arricchimento potrebbero essersi verificate durante il periodo di transizione al momento dell’entrata in servizio delle cascate di centrifughe per l’arricchire l’uranio al 60% iniziato nel novembre 2022 o durante la sostituzione di un cilindro di alimentazione. Secondo l’Istituto per la scienza e la sicurezza internazionale, non è escluso che Teheran stia già conducendo dei test nucleari clandestini. Un’altra preoccupazione e’ relativa all’eventuale realizzazione di ulteriori siti di produzione di centrifughe, le attrezzature utilizzate per arricchire l’uranio. “L’Iran è pienamente in grado di spostare le apparecchiature di produzione in nuove località segrete, complicando ulteriormente eventuali futuri sforzi di verifica e contribuendo all’incertezza sul suo programma nucleare“, ha affermato l’istituto.

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