L’aumento della domanda di collagene per la chirurgia estetica, le aziende farmaceutiche e le aziende cosmetiche sta davvero contribuendo alla deforestazione dell’Amazzonia? O si tratta di allarmismo ecologico? Il collagene rappresenta la proteina più presente nel corpo umano. Difatti, è una proteina strutturale che forma una vera e propria impalcatura di sostegno per numerosi organi e tessuti, ad esempio la pelle. All’interno degli integratori di collagene sono presenti sostanze che sembra possano aiutare a rigenerare le cartilagini.
L’uso del collagene nella medicina estetica
In medicina estetica, l’uso di questa proteina è altamente consigliato per migliorare la salute dei capelli, della pelle, delle unghie, ma anche delle articolazioni. Viene pubblicizzato per il suo conclamato effetto anti-age perché rallenta il processo di invecchiamento.
Il collagene è ampiamente utilizzato nella cosmesi, ma è anche usato da aziende farmaceutiche per la produzione degli ingredienti alimentari. Il suo effetto può essere paragonato a quello della colla che compatta tutto. E’ emblematica la sua funzione in natura di costituire il mattone della pelle, delle ossa e dei legamenti.
La diminuzione del collagene con l’avanzare dell’età
Con l’avanzare dell’età questa proteina ha un calo fisiologico. La conseguenza dell’invecchiamento è la diminuzione di questo legante naturale che rende la pelle meno elastica e reattiva che è uno dei segni dell’invecchiamento cutaneo.
Tra i vip è usato e forse abusato. Jennifer Aniston, ogni mattina aggiunge un integratore a base di collagene al proprio frullato e Gwyneth Paltrow che lo ingerisce spesso sotto forma di capsule e di drink ha creato marchio interamente ideato intorno al collagene Goop, Goopenes.
Gli effetti reale del collagene
In realtà gli effetti sono dubbi. Non ci sono studi scientifici che dimostrano che il collagene assunto quotidianamente contrasti realmente l’invecchiamento della pelle, delle unghie e delle ossa.
Difatti, il collagene è tutt’altro che una “molecola intelligente”. Quando viene assunto in pillole o usato nei cosmetici si stratifica sul tessuto cutaneo, ma è un elemento che partecipa al processo della digestione come un qualunque altro alimento, distribuendosi in modo uniformo nel corpo umano. Inoltre la quantità presente negli integratori o nei prodotti al collagene è clamorosamente equivalente a una sana alimentazione.
Questo eccipiente usato in modo intensivo negli ultimi giorni rimbalza nella cronaca. Sembrerebbe che, nonostante possa essere prodotto in versione vegetale, ancora è un prodotto animale. La forte industrializzazione di questo prodotto starebbe danneggiano le foreste tropicali del Brasile
Le zone d’ombra della commercializzazione del collagene
Ma è davvero così? Se a Gennaio, i social media hanno promosso il cosiddetto Veganuary, la sfida globale che proposto al mondo di mangiare vegano per tutto il mese, come strategia di sostenibilità globale, i lati oscuri della commercializzazione del collagene non si conoscevano fino a pochi giorni fa.
Né si temeva che l’industria del collagene, che raggiunge oggi un valore stimato di 4 miliardi di euro) potesse contribuire alla deforestazione amazzonica in Brasile. Eppure quanto reso noto dal Guardian, del Bureau of Investigative Journalism, dal Center for Climate Crime Analysis (CCCA), da ITV e da O Joio e O Trigo in Brasile gli allevamenti intensivi, destinati anche per l’estrazione del collagene farmaceutico viene allevato in fattorie che causano la deforestazione.
Le pratiche non sostenibile degli allevamenti intensivi
Ricardo Negrini, procuratore federale dello stato del Pará che monitora gli impegni climatici dell’industria della cane, ha espresso forti preoccupazioni sulle conseguenze di una gestione non sostenibile delle aziende di allevamento in Brasile.
Secondo Negrini, infatti, gli animali di allevamento vengono trasportati nel corso della loro vita da una fattoria ad un’altra all’altra, per cui una mucca nata su terreni deforestati può essere ingrassata per la macellazione in un allevamento “pulito”. Naturalmente è possibile tracciare gli spostamenti del bestiame, date le normative in questo ambito a livello internazionale.
La questione è delicata
Da un lato, infatti, esistono studi secondo i quali l’assunzione di collagene per via orale migliora la salute delle articolazioni e della pelle; dall’altro la Harvard School of Public Health indica sostanziali conflitti di interesse. Si deve tenere presente che quasi tutte le ricerche scientifiche, se non tutte, sono finanziate dall’industria. Inoltre, le aziende farmaceutiche o cosmetiche che producono collagene non hanno l’obbligo di monitorare l’impatto sull’ambiente. A differenza della carne di manzo e del famigerato olio di palma, per citare due esempi, il collagene non è nemmeno coperto dalla legislazione che verrà adottata nell’UE e nel Regno Unito per contrastare la deforestazione.
Il caso di Nestlé
Il caso di Nestlé è recente: l’azienda ha dichiarato che le accuse che ha ricevuto, in quanto lo commercializza sotto forma di integratori per la pelle, sono infondate dato il suo impegno per un approvvigionamento sostenibile. Ha inoltre reso pubblico che ha contattato il suo fornitore per chiarimenti sulla questione. Ha aggiunto che sta prendendo provvedimenti per garantire che i suoi prodotti non contribuiscano in alcuna forma alla deforestazione entro il 2025.