Mario Giordano, giornalista e conduttore del programma televisivo “Fuori dal Coro” oggi ha scritto una provocatoria lettera a Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore della Sanità:
“Le scrivo questa cartolina per chiederle con che faccia vada ancora in giro a parlare della salute degli italiani, dopo averla prostituita agli interessi della politica. Ho visto che l’altro giorno, sprezzante del ridicolo, è ricomparso in pubblico per presentare una ricerca sulle farmacie come se le sue parole potessero essere prese sul serio, dopo quello che è emerso alla Procura di Bergamo.
“Infatti ha detto: ‘Penso che la consapevolezza del ruolo rappresenti il primo passaggio per percorrere nuove strade’. Ma è chiaro che non stava parlando seriamente. Altrimenti la ‘consapevolezza del suo ruolo‘ l’avrebbe già portata a ‘percorrere nuove strade‘. La strada delle dimissioni, innanzitutto. Mi scusi, ma io non mollo. Ho letto che si è dichiarato ‘orgoglioso’ di quanto fatto durante il Covid e fiducioso nella magistratura”.
“Ma, vede, qui non c’entrano le eventuali responsabilità penali, che devono essere stabilite dai tribunali. Qui c’entra la sua credibilità. E lei l’ha persa non perché è indagato. L’ha persa perché ha umiliato la scienza piegandola agli interessi della politica. Sono andato a rivedere ciò che dichiarò quando fu nominato presidente dell’Iss: ‘Considero mio dovere assicurare all’istituto quella necessaria indipendenza che la scienza impone’. Poi però quella ‘necessaria indipendenza’ lei l’ha calpestata, sostenendo tutto quello che l’ex ministro Speranza chiedeva (chiusura scuole, lockdown, etc) anche quando (parole sue) non c’erano ‘evidenze scientifiche’. Come fa a non capire che non può più restare lì?”
“Lei è a capo della più importante istituzione sanitaria. Ha nelle sue mani la nostra salute. E grazie al Covid ha guadagnato molta visibilità. C’è stato un periodo (quello dei bollettini dei morti) in cui lei stava in tv più di Gerry Scotti, senza avere nemmeno un briciolo della simpatia del presentatore. Anzi, lei era quasi cimiteriale. La chiamavano Brusaferro toccaferro. E ora, dopo aver letto le sue chat nell’inchiesta di Bergamo, è inevitabile domandarsi: tutto quello che diceva (vaccinate i bambini, il green pass serve, etc) da chi era dettato? E quello che dice oggi serve a tutelare la nostra salute o cos’altro?”
“Insomma: come possiamo fidarci di lei? Anche perché, mi scusi, lei si dice orgoglioso. Ma si può essere orgogliosi con quasi 200.000 morti alle spalle? Non si è mai chiesto quanti sono dovuti ai vostri errori? Lei, come risulta sempre dagli atti di Bergamo, non sapeva che l’Italia non aveva un piano pandemico aggiornato. E non ha nemmeno letto quello vecchio”.
“Non lo ha letto appena nominato, nel luglio 2019. Non l’ha letto nel gennaio 2020 dopo i primi allarmi Oms. Non l’ha letto nemmeno a febbraio 2020 quando le è stato inviato per mail. A giugno 2020 di fronte ai magistrati ha detto: ‘Nessuno mi aveva detto niente’. E che aspettava? Che glielo suggerisse Speranza? Ma se non glielo dice un ministro (Speranza, Sileri, il bell’addormentato Schillaci oggi) lei non fa niente? Nemmeno sloggiare di lì? Ma una sua coscienza non ce l’ha?“