In uno studio pubblicato su Windtaskforce viene evidenziata la questione della “Transizione energetica“. Come ha spiegato il CEO di Liberty Energy Chris Wright nel suo video virale poche settimane fa, l’uso improprio di questo concetto negli studi scientifici ha ingigantito il dibattito sul clima.
L’uso del termine “Transizione energetica” dà l’impressione che esista un’alternativa rapida, facile e immediata per eliminare l’uso di combustibili fossili, senza che vi sia un serio impatto sulle persone, ma non è così. Infatti, allo stato attuale delle cose la totalità dell’energia primaria generata da petrolio, gas o carbone non è attualmente sostituibile dalle fonti energetiche rinnovabili.
L’energia globale e il reale uso delle energie rinnovabili
Le energie rinnovabili migliorano senza dubbio la qualità della vita per una parte dell’umanità. Ma questo succede anche per le fasce più vulnerabili della popolazione mondiale? I media rimarcano i vantaggi delle rinnovabili, tuttavia, gran parte delle notizie dei benefici su larga scala è esagerata e fasulla. Ci sono strategie di marketing alla base del lancio promozionale delle rinnovabili. Sembra che le rinnovabili abbiano una quota di mercato più grande di quella effettiva.
Inoltre, i media usano spesso la parola “energia” come sinonimo di “potere”, quando in realtà vogliono intendere l’ “elettricità”. Prendiamo come esempio questo rapporto di Reuters: “Quest’anno si prevede che le energie rinnovabili rappresentino circa il 46% del consumo energetico tedesco…”
La questione energetica in Germania
Sembra che i tedeschi stiano utilizzando energie rinnovabili per quasi la metà del loro fabbisogno energetico. Ma questo riguarda esclusivamente l’elettricità. Si pensi al caso della questione energetica in Germania. Nel 2021, le prime tre fonti di energia primaria della Germania sono state sicuramente il petrolio, il gas naturale e il carbone per l’85% del fabbisogno elettrico complessivo.
Le centrali a combustibile fossile e le centrali idroelettriche con enormi serbatoi, come in Norvegia e Quebec, sono lì per compensare efficientemente gli alti e bassi dell’energia eolica e dell’energia solare. Il grafico sottostante, riguarda una giornata ventosa e soleggiata del mese di marzo 2019. Esso mostra la potenza totale di tutti i generatori, alimentati dai depositi energetici tedeschi. Il grafico è estremamente fuorviante. La maggior parte di tale quota energetica rappresenta il fabbisogno energetico della Germania, per la sola domanda giornaliera di energia elettrica.
La produzione energetica in Europa
La produzione energetica totale aumenta in base alle importazioni e diminuisce in base alle esportazioni, quando risulta necessario per mantenere la stabilità sulla rete. La produzione di energia rinnovabile cambia a seconda della variabilità di vento e sole nei vari periodi dell’anno. La Germania non ha più abbastanza centrali per bilanciare la propria energia eolica e solare all’interno del territorio tedesco, soprattutto nei giorni di vento, quindi utilizza e talvolta abusa delle reti vicine. La Polonia ha bloccato le esportazioni di elettricità della Germania, perché hanno sovraccaricato la rete polacca.
Le esportazioni di energia elettrica si basano sull’eccedenza energetica, il che significa bassi prezzi dell’esportazione all’ingrosso, e prezzi all’ingrosso negativi. I paesi confinanti alla Germania prediligono le esportazioni tedesche, perché sono, in media, a basso costo. Quando la Germania è costretto ad importare energia, a causa dell’abbassamento del vento e per il meteo a sfavore, si affronta un problema di potere, perché questo significa scarsità energetica e prezzi elevati.
Il fabbisogno energetico europeo
Le esportazioni dell’energia solare ed eolica a basso costo e i costi elevati delle importazioni dagli altri Paesi pesano pesantemente sul bilancio pubblico dei tedeschi. Questi e altri fattori chiave hanno imposto un elevato costo aggiuntivo per le tasche delle famiglie tedesche che sono il secondo paese con il più fabbisogno di energia elettrica in Europa. Recentemente, il Regno Unito è diventato il primo paese per fabbisogno energetico.
I consumatori pagano per l’energia, il servizio energetico e la la distribuzione, e le sovvenzioni per abbattere i costi dell’energia eolica e solare sono però ottimali. I “biocarburanti tradizionali” vanno ad incrementare la quota di energie rinnovabili, come parte del fabbisogno energetico totale.
Il problema dei biocarburanti tradizionali
Questi biocarburanti tradizionali uccidono milioni di persone ogni anno, attraverso il rilascio di particelle di PM2,5. Se c’è una “transizione energetica“, di cui l’umanità ha realmente bisogno, è la transizione dai tradizionali carburanti da cucina rinnovabili e dei combustibili fossili puliti.
L’uso improprio del concetto di “transizione energetica” e la convinzione che essa sia realmente in corso hanno confuso l’opinione pubblica. Non siamo nemmeno vicini ad una reale transizione. Le previsioni di energia primaria per i prossimi 30 anni mostrano che tutte le fonti di energia stanno aumentando.
La situazione energetica attuale
Mentre le rinnovabili rappresentano una quota in crescita delle energie utilizzate ad oggi, i combustibili fossili risultano tuttora importati da paesi come Russia, Iran, Medio Oriente, Argentina, l’area del Polo Nord (controllata dalla Russia), ecc. Queste aree del pianeta possiedono, infatti, grandi quantità di combustibili fossili, che dureranno ancora da 100 a 200 anni.
Il traffico delle imbarcazioni sul fiume Reno si è quasi fermato, ritardando le consegne di materiali da fornire alle industrie tedesche. La Francia, la Svizzera e la Norvegia hanno dovuto ridurre la produzione idroelettrica, oltre a ridurre le esportazioni, per risparmiare l’acqua. La Norvegia esporta in Germania, mentre la Francia esporta in Germania e nel Regno Unito. La Norvegia ha aumentato di un fattore tre le tariffe elettriche per uso domestico e le tariffe di ricarica EV, per ridurre i consumi domestici
Alcune centrali nucleari in Francia hanno dovuto chiudere a causa della mancanza di acqua di raffreddamento. Alcuni sono stati chiusi, perché la manutenzione era stata differita e non poteva più essere differita. La Germania fermò la chiusura programmata delle sue 3 centrali nucleari rimanenti e ricominciò la produzione di carbone. La Norvegia, un esperto di veicoli elettrici, ha aumentato le tariffe elettriche presso le stazioni di ricarica a 40 a 50 c/ kWh.