L’Intelligenza Artificiale si sta diffondendo velocemente anche nel mondo sanitario, modificando le opportunità di approccio diagnostico e terapeutico, le modalità decisionali del Medico e anche il rapporto Medico-Paziente. Le nuove sfide delle IA, oggi ancora sperimentali e non sempre adatte a risolvere i problemi dei pazienti, sono state presentate al Congresso della Società Italiana di Telemedicina – SIT, la International Consensus Assembly on Telemedicine, intitolata “Ratio Ethica e Ratio Technica: Concerting Governance, Research and Innovation for One Health”, che si è tenuto a Bologna con oltre mille partecipanti tra specialisti di diverse discipline, rappresentanti di istituzioni, imprese, terzo settore. “I recenti aggiornamenti sui progressi in termini di machine learning si sono avvicendati rapidamente, inducendo grandi aspettative circa l’avvento di applicazioni che auspicabilmente accelereranno la ricerca e la pratica mediche – ha sottolineato Marco Manca, Presidente Fondazione SCImPULSE – Tra le innovazioni più significative si possono citare InSilico Medicine che ha utilizzato un programma per disegnare e sintetizzare un farmaco candidato al trattamento del carcinoma epatocellulare, il più comune tumore del fegato, o ChatGPT che ha dimostrato di poter superare gli esami per l’abilitazione alla professione medica negli Stati Uniti senza bisogno di un addestramento specifico. Il Congresso SIT ha permesso di riunire i massimi esperti italiani e stranieri per analizzare queste tecnologie e le loro potenzialità”.
L’ospedale virtuale per portare diagnosi e terapie a domicilio
L’IA ha un ruolo chiave nel gestire in modo sostenibile il miglior trattamento possibile e soprattutto per portare le diagnosi sul territorio, arrivando fino a casa del paziente. “La telemedicina permette di recuperare i dati del paziente, ma può diventare poco sostenibile senza il supporto dell’Intelligenza Artificiale – evidenzia il Prof. Marco Mazzanti, coordinatore nazionale Intelligenza Artificiale (IA) ANMCO e consulente IA Barts, Londra, UK – Senza IA, infatti, serve un medico per ogni paziente; con l’Intelligenza Artificiale si filtrano i dati con un indicatore sintetico che consente di attuare un approccio “one to many” con cui un medico può vedere tanti pazienti, concentrandosi su chi abbia maggiori necessità. Il paziente ne trae un triplice beneficio: può essere in ogni momento in collegamento con il proprio Medico di Medicina Generale; nel momento in cui gli indicatori di stabilità clinica mostrano un peggioramento, si invia una segnalazione al sistema ospedaliero di riferimento; infine, il suggerimento sull’azione più appropriata per ogni contesto consente al SSN di allocare meglio le risorse. Questo sistema si può applicare in tutti i settori caratterizzati dall’urgenza o dall’alto impatto dell’ospedalizzazione. In cardiologia, ad esempio, si potrebbero limitare i ricoveri non necessari per i pazienti con scompenso cardiaco cronico. La novità più significativa poi è rappresentata dal cosiddetto “ospedale virtuale”: grazie all’Intelligenza Artificiale diventa possibile gestire da remoto la salute del paziente, con diagnosi immediate e accurate a cui si legano trattamenti su misura. Questi applicativi sono gestibili da qualsiasi device: monitorando i valori e gli eventuali sintomi del paziente, si possono addestrare nuovi modelli di IA e rilasciare indicatori sintetici che sono alla base del concetto di ospedale virtuale, dove le visite avvengono nelle case dei pazienti, mentre l’ospedale fisico resta solo per le acuzie”. Lavorando intensamente nei prossimi 3-4 anni, concludono gli esperti, si potranno realizzare alcuni di questi obiettivi, che dovranno poi essere convalidati sia per l’efficacia, sia per l’assenza di rischi.