Nonostante le previsioni meteo siano ancora incerte per Pasqua e Pasquetta, abbiamo pensato di ispirarvi per le tanto attese vacanze pasquali alle porte. L’Italia è uno scrigno di tesori encomiabili in fatto di siti storici e borghi incantati che si animano dei colori della tradizione e dell’etnografia a Pasqua e Pasquetta. In questo articolo, abbiamo l’ambizione di darvi una piccola guida che pensiamo possa esservi utile da Nord a Sud nel nostro Belpaese.
In Toscana, a Firenze, potreste andare a vedere i giochi di fuoco durante lo scoppio del carro di Firenze. Si tratta di una torre pirotecnica trainata da due coppie di buoi viene posizionata tra due luoghi simbolo della città: il Battistero di San Giovanni e la Cattedrale di Santa Maria del Fiore. L’orario dello scoppio del carro di Firenzeper quest’anno è quello che viene rispettato ormai da secoli: le 11.00 della domenica di Pasqua, il 9 aprile.
Le tradizioni popolari del centro e del Nord Italia
Dopo la processione del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, si darà fuoco alla miccia di una colomba meccanica, la “colombina”, come dicono a Firenze, che dall’altare maggiore della Cattedrale incendia i fuochi d’artificio posizionati sul Brindellone dando inizio al tradizionale spettacolo.
Nelle Marche, a Urbania, dopo la messa della domenica di Pasqua potreste andare a partecipare al gioco del “punta e cul“. Questo storico gioco, molto popolare tra i cittadini di Urbania, riprende l’appuntamento dell’aia contadina quando – nella mattina di Pasqua e nei due giorni di festa successivi – concomitanti con le scampagnate cittadine, la popolazione si ritrovava sfidandosi al gioco dell’uovo.
La danza del Punta e Cul
Nel Punta e Cul due persone duellano in una gara, il vincitore ha un piccolo guadagno, e che preparano centinaia di uova toste trasportate sull’aia con un canestro di vimini. I concorrenti, dalle 15 alle 20 persone, pagano ciascuno una quota e si dispongono in cerchio. Le uova, in numero doppio rispetto ai partecipanti (2 per ciascuno per 2 giri) vengono sistemate a terra e collocate in fila con un disegno a forma di “S”.
A questo punto, comincia la “conta” per stabilire chi inizia il gioco. Il fortunato sceglie il primo uovo a destra o a sinistra della fila, valutando attentamente la consistenza e la forma (per battere si usava la punta dell’uovo). Tutti gli altri concorrenti dovevano poi, obbligatoriamente, prendere il loro uovo seguendo il lato della fila del primo. Iniziava così la gara vera e propria, girando in senso antiorario. Vinceva chi riusciva a mantenere l’uovo intatto, battendo il suo con quello del vicino. Ancora oggi, la mattina di Pasqua e il Lunedì dell’Angelo, nella piazza centrale di Urbania e presso alcune pievi limitrofe, questa tradizione viene riproposta e vi partecipano, oltre agli anziani, numerosi giovani e turisti.
La fiera dell’Angelo
Se vi state chiedendo cosa fare a Pasquetta a Milano, la Fiera dell’Angelo può essere un’opzione divertente. È una delle più antiche tradizioni pasquali meneghine e viene celebrata nei pressi della Chiesa di Sant’Angelo, all’angolo tra via Moscova e corso di Porta Nuova. Si tratta di un grande mercato di fiori e piante, ma non solo. Qui, è possibile trovare articoli di abbigliamento e per la casa ma anche specialità gastronomiche regionali, curiosità etniche e prodotti di artigianato.
La Fiera ha origini molto antiche. Nel 1511 – un anno difficile caratterizzato da malattie e carestie – i frati francescani, che vivevano nel vicino convento di Sant’Angelo, furono assaliti da banditi. Pieni di fede, pregarono a tal punto da far apparire un maestoso angelo armato di spada che fece scappare gli assalitori. L’usanza del mercato dei fiori per la Fiera di Sant’Angelo prende ispirazione dal mestiere dei frati, esperti giardinieri e coltivatori.
I Pasquali di Bormio
Un altro esempio di cittadina che a Pasqua abbraccia un’antica tradizione è Bormio, nel cuore delle Alpi lombarde. Si tratta dei Pasquali di Bormio, una competizione tra i rioni della città a suon di imponenti carri allegorici che sfilano per la lunga via Roma fino alla piazza principale.
Anticamente non era una sfilata di carri, ma di 5 agnelli decorati a festa dai paesani: i residenti di ciascuno dei 5 rioni storici di Bormio ci tenevano ad eccellere nell’addobbare gli animali che venivano portati a benedire nella chiesa dei Santi Gervasio e Protasio. La tradizione si è evoluta nel corso dei decenni fino a divenire una spettacolare sfilata di carri che attira migliaia di turisti e visitatori a Bormio per Pasqua.
Le tradizioni pasquali in Sicilia
Ad Aidone (Enna), vi è la tanto amata sfilata degli Apostoli. Essi sono rappresentati da dodici immagini gigantesche, con faccioni barbuti sormontati dall’aureola, e rette ciascuna da un portatore. Questa straordinaria invenzione teatrale del gigante è tuttora largamente sfruttata in Sicilia ed è forse tramandata dalla dominazione di casa d’Asburgo, perché là si trova ancora oggi in tutti i suoi antichi domini: in Austria, nei Paesi Bassi, in Spagna e appunto in Sicilia.
Tra i rituali di grande suggestione ricordiamo quello di Modica dove la mattina di Pasqua si svolge un rito molto suggestivo. Alle dieci, dalla Chiesa di Santa Maria viene fatta uscire la statua di Gesù. Mezz’ora dopo esce anche la statua di Maria, coperta da un mantello nero. La Madonna è infatti ancora ignara della resurrezione del figlio. Maria inizia la ricerca del corpo seguita dalla processione dei fedeli. Solo a mezzogiorno in punto, nella piazza principale, Maria vedendo il figlio, allarga le braccia per abbracciarlo e così facendo si apre il mantello nero, dal quale escono delle bianche colombe. Ormai Maria può finalmente baciare il figlio. Una manifestazione simile si tiene a Burgio nell’agrigentino.
L’aurora di Castelvetrano
A Castelvetrano nel trapanese, la mattina di Pasqua, molto presto, viene celebrata “l’aurora”, l’incontro tra Gesù risorto e Maria: due processioni distinte pongono ai lati di Piazza Garibaldi le due statue di cartapesta in modo tale che non si vedano. Al centro la piazza rimane vuota, squilla la tromba e un angelo, trasportato da quattro ragazzi, attraversa di corsa la piazza annunciando la resurrezione del figlio a Maria.
Ma lei è incredula, e per ben quattro volte si ripete la scena. Alla fine, forse convinta, la statua si muove verso quella di Gesù: l’abbraccio, in mezzo la piazza, avviene veramente (le statue hanno delle braccia snodabili) nell’attimo in cui scoppia il suono fragoroso di campane e mortaretti.
Il ballo dei diavoli di Prizzi
Prizzi è un piccolo paese che sorge a poca distanza dal lago omonimo, in provincia di Palermo. Tutti gli anni la mattina della Domenica di Pasqua si svolge “il ballo dei diavoli” (l’abballu de li diavuli): i giovani del paese, vestiti da diavoli rossi mascherati, con grandi corna e denti sporgenti si aggirano per il paese a caccia di anime. Sono accompagnati dalla morte, armata di balestra, che indica le vittime tra i passanti. Chi viene colpito dalla morte non ha scampo: viene catturato dai diavoli e trascinato nel più vicino inferno, cioè nella più vicina osteria. In cambio della libertà il condannato deve offrire da bere a tutti.
Queste scene durano fino al pomeriggio, quando dalla chiesa del paese esce la statua della Madonna che in processione va ad incontrare il Figlio risorto. I diavoli allora fuggono, lasciando la scena ad altri giovani vestiti da angeli che li inseguono e li catturano per trascinarli al cospetto della Beata Vergine. Costretti in ginocchio ai piedi delle due statue, i diavoli si tolgono le maschere, a chiusura della rappresentazione che simboleggia appunto la vittoria del bene sul male. Ma tornano ancora in scena successivamente, per offrire agli spettatori i caratteristici dolci pasquali a forma di cestino contenente un uovo sodo, i “cannateddi”.
La cerimonia della giunta di Riesi
Una manifestazione molto antica e suggestiva si svolge a Riesi, un piccolo centro isolato in provincia di Caltanissetta. Dopo le due processioni del mattino, le statue di Gesù, della Madonna, di San Pietro e di San Paolo, vengono portate ai quattro angoli della piazza principale.
Qui, alle ore 14:00, si svolge “la cerimonia della giunta”: la folla, al centro della piazza, assiste all’incontro fra madre e figlio, quando Maria si inchina per baciare la mano a Gesù. Si sale poi al Calvario, una collinetta appena fuori il paese, dove si può assistere alla drammatica scena della crocifissione, tra canti e preghiere. Comincia ora, armai al tramonto, la parte più singolare e drammatica del rito: la pesante statua di Gesù viene portata in processione con una caratteristica camminata, tre passi avanti e due indietro in un estenuante percorso di non più di cento metri.
La Pasqua a Roma
Migliaia di persone trascorreranno il periodo della Pasqua a Roma per assistere a uno degli eventi più importanti d’Italia, la Via Crucis al Colosseo, celebrata per la prima volta nel 1750 per volere di Papa Benedetto XIV e in programma quest’anno venerdì 7 aprile 2023.
Il percorso della Via Crucis guidata dal Pontefice segue le 14 tappe del cammino di Gesù verso il monte del Calvario, dalla condanna di Pilato alla crocifissione, concludendosi con la morte, la deposizione dalla Croce e il sepolcro. Ogni anno il Papa sceglie un tema generale che sarà rappresentato nelle varie stazioni della Via Crucis di Venerdì Santo. Quando inizia la via Crucis 2023? Alle 21.15, con appuntamento davanti al Colosseo.
Valle d’Aosta
A Courmayeur, in Valle d’Aosta, si svolge ogni anno a Pasqua “La Paquerette”, appuntamento con l’artigianato valdostano che propone opere di scultura e intaglio su legno, lavorazione del ferro battuto e del cuoio, tessitura del drap, e ancora merletti, vimini, oggetti per la casa.
Invece a San Leonardo, frazione del comune di Badia, nei giorni che precedono la Pasqua si tiene la cosiddetta “noza da paur”, manifestazione che rievoca il matrimonio contadino: i ragazzi vanno alla ricerca delle fanciulle per chiedere loro un uovo. Chi ne ottiene 12, si sposerà entro l’anno. Al contrario, le ragazze che avanzeranno le uova dovranno seppellirle sotto terra entro il martedì successivo alla Pasqua per non rimanere senza marito a vita.
Musei aperti
A Pasqua la Reggia di Caserta è visitabile di mattina, mentre a Pasquetta rimane chiusa al pubblico. Quasi tutti i musei di Roma sono aperti a Pasquetta, così come le zone archeologiche nei dintorni della Capitale. A Torino, invece, il Museo Egizio chiude alle 14.00 nelle due giornate di festa, e anche a Firenze, dagli Uffizi alla Galleria dell’Accademia, si potrà trascorrere una mattinata tra le opere d’arte più famose al mondo.