Nel 2021 le persone anziane (65 anni e più) che dichiarano di essersi vaccinate contro l’influenza in Italia sono il 66,1%, valore sotto la soglia raccomandata dall’Oms (75%), quota peraltro non raggiunta neanche tra gli over 75 (73,2%). Sono comunque dati di gran lunga superiori agli anni precedenti. Lo ha comunicato l’Istat in una nota ufficiale. La copertura vaccinale aumenta al crescere dell’età, con differenze di genere non significative: tra i 65 e i 74 anni ha fatto il vaccino antinfluenzale il 60,6% degli uomini e il 58,6% delle donne; tra gli ultrasettantacinquenni i valori sono rispettivamente 75,3% e 71,8%. Nella classe 15-64 anni il livello di vaccinazione risulta nettamente inferiore: solo il 14,5% degli uomini e il 16,4% delle donne.
La propensione a vaccinarsi non varia molto in base allo status socio-economico dell’anziano, mentre una significativa differenza si osserva relativamente al luogo di residenza, con una maggiore propensione a vaccinarsi nelle regioni del Centro Italia. Il 33,4% delle persone non vaccinate di 65 anni e più ha dichiarato di non averlo fatto perché non si ritiene un soggetto a rischio. Tale quota scende al 22,9% tra gli ultra74enni.
Ha fatto il vaccino antinfluenzale il 71,5% di chi dichiara di essere in cattive condizioni di salute e il 69,1% di chi dichiara la presenza di malattie croniche.
A frenare il ricorso alla vaccinazione nei più fragili sono anche i timori degli eventuali rischi conseguenti, soprattutto per chi ha già dei problemi di salute. Il timore dei rischi collegati al vaccino riguarda il 21,7% dei non vaccinati in cattive condizioni di salute (dichiarano di stare male o molto male), rispetto al 10% di chi dichiara di godere di buona salute.