La riforma fiscale del governo Meloni: Iva zero per pane, pasta e latte, rivoluzione Irpef e detrazioni

E' pronta la riforma fiscale che il governo Meloni si appresta a varare nei prossimi giorni: le ultime bozze e indiscrezioni
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Il governo guidato dal premier Giorgia Meloni sta lavorando all’attesa riforma fiscale, che arriverà la prossima settimana in Consiglio dei Ministri insieme al decreto per il Ponte sullo Stretto di Messina. Sulla riforma fiscale circolano alcune bozze che confermano l’impianto di massima già preannunciato dal Ministero dell’Economia: sarà un disegno di legge composto da 22 articoli e cinque parti, che delega il governo ad attuare entro 24 mesi la “revisione del sistema tributario“. Vediamo come si struttura la nuova riforma.

Riforma fiscale: come funzionerà la nuova Irpef

Una delle misure su cui si concentra l’attenzione è la riduzione strutturale dell’Irpef. La delega prevede genericamente la “revisione e graduale riduzione” dell’imposta nel rispetto della progressività e nella prospettiva di arrivare ad un sistema con “aliquota impositiva unica” (che è l’obiettivo di legislatura con la flat tax per tutti). Nei fatti, adesso si passerà da 4 a 3 scaglioni Irpef con aliquote più basse per il ceto medio: due le ipotesi allo studio, un sistema con aliquote al 23%, 33% e 43% e un’alternativa più costosa (secondo indiscrezioni 10 miliardi, contro i 6 dell’altra) con il secondo scaglione al 27%. Oggi, invece, le aliquote Irpef in vigore prevedono il 23% di tassazione per i redditi più bassi fino a 15 mila euro; poi il 25% per i redditi tra 15 e 28 mila euro; il 35% di tasse dai 28 mila ai 50 mila euro e infine il 43% di tassazione per i redditi superiori ai 50 mila euro. Nell’idea del governo, quindi, c’è quella di favorire il ceto medio e le persone con i redditi medio/bassi: non cambierà infatti l’aliquota del 43% per i redditi alti, che quindi non avranno alcuna agevolazione (ma neanche alcun maggior peso) e continueranno a pagare esattamente come prima. Cresce, invece, la platea dell’Irpef minima al 23%, che rimarrà per i redditi più bassi ma andrà oltre il tetto degli attuali 15 mila euro salendo fino ai 28 mila euro, determinando un taglio delle tasse per tutti coloro che guadagnano tra 15 e 28 mila euro annui. Taglio che ci sarà anche per il ceto medio (redditi tra 28 e 50 mila euro), ancora da definire nell’entità.

Riforma fiscale: cosa cambierà per l’Iva e per le detrazioni

Oltre l’Irpef, un altro tipo di tassa che certamente cambierà con la riforma è l’Iva. Il governo ha l’obiettivo è omogeneizzarla per i beni e servizi similari “di maggior rilevanza sociale” e non è escluso che per alcuni beni, come pane, pasta e latte, possa essere portata a zero. Viene inoltre ridotta l’Iva per l’importazione e cessione di opere d’arte. Nel previsto riordino della selva delle tax expenditures – intervento da cui sono attese le coperture alla riforma – si promette “particolare riguardo” per gli sconti fiscali (le detrazioni) che riguardano la composizione del nucleo familiare, la tutela della case, della salute, dell’istruzione, dell’efficienza energetica e della riduzione del rischio sismico.

Tasse più basse e pugno duro per gli evasori: le novità

Per quanto riguarda la lotta all’evasione fiscale, l’esecutivo di centrodestra è convinto che un abbassamento delle tasse determinerà una naturale diminuzione dell’evasione ma in ogni caso c’è l’intenzione di inasprire i controlli e le pene per gli evasori, a maggior ragione a fronte di una tassazione più bassa. L’esecutivo ha l’intenzione di inserire delle premialità per stimolare l’adempimento spontaneo dei contribuenti, con premi e sanzioni più basse per chi collabora. Ma la principale novità è il primo storico coinvolgimento dell’intelligenza artificiale nella lotta all’evasione. L’intelligenza artificiale contribuirà per l’analisi del rischio, incrociando dati e segnalando eventuali possibili anomalie che faranno scattare i controlli in modo più preciso.

In sostanza, la riforma punta a cambiare il volto del fisco con una serie di interventi che prevedono anche il riordino del sistema dei giochi dove resta il regime delle concessioni ma per tutelare i soggetti più vulnerabili arriverà una stretta sulle giocate e le vincite e il divieto alle scommesse sulle gare sportive dilettantistiche di under18. Le prime bozze hanno raccolto l’apprezzamento di molte associazioni di categoria: “va nella direzione giusta“, dicono quasi in coro Confcommercio, Confartigianato, Cna, Confedilizia e i commercialisti.

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