Cambiamenti climatici: eccesso di allarmismo dovuto ad un errore di analisi

Le reali emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera risultano minori rispetto a quanto stimato, per un errore di calcolo nei processi di feedback climatico
MeteoWeb

I processi di feedback nel sistema climatico sono di grande interesse tra gli esperti, ma rappresentano la causa dell’incertezza delle previsioni climatiche a medio e a lungo termine. Difatti, i feedbacks climatici agiscono molto spesso contro-intuitivamente rispetto a quanto ci si possa aspettare. Il miglior modo per spiegare cosa siano i feedback climatici è immaginarli come dei processi che amplificano enormemente o riducono drasticamente una forzante iniziale.

La forzante climatica può essere intesa come una forza esterna che persiste nel tempo. Tale forza, generalmente radiativa (come per esempio l’aumento di CO2 nell’atmosfera), è tale da provocare un cambiamento di temperatura. Essa non può essere bilanciata dalla capacità termica oceanica di assorbire il calore in eccesso dall’atmosfera. E’ per questo fenomeno che si è iniziato a parlare di cambiamento climatico.

Il feedback climatico positivo e negativo

Un cambiamento climatico può essere definito tale, se il bilancio radiativo energetico del sistema Terra viene alterato. Per chiarire ulteriormente il concetto di feedback climatico, immaginiamo la Terra come un sistema composto da molte variabili. Se una di queste variabili viene amplificata energeticamente e per un tempo abbastanza lungo si scatena una serie di processi che possono portare a due risultati: o la variabile iniziale viene ulteriormente amplificata (feedback positivo) o la variabile iniziale viene drasticamente ridotta (feedback negativo).

I feedback rispondono non solo ai segnali di aumento di temperatura (chiamati anche segnali di perturbazione) ma anche sulla base di un segnale molto più elevato, la cosiddetta temperatura di emissione. Tuttavia, secondo la definizione di IPCC (The Intergovernmental Panel on Climate Change) il feedback climatico è: “un’interazione in cui una situazione climatica provoca un cambiamento in un secondo stato, e il cambiamento nella seconda situazione climatica porta alla fine ad un cambiamento nel primo stato. Per feedback negativo si intende uno stato in cui la perturbazione iniziale è indebolita dai cambiamenti che provoca; un feedback positivo è uno stato in cui la perturbazione iniziale è aumentata. La perturbazione iniziale può essere forzata esternamente o può insorgere come parte della variabilità interna“.

La reale variazione di anidride carbonica nell’atmosfera

Negli studi di controllo, i processi di feedback del sistema climatico sono fortemente sopravvalutati. E’ stato stimato che in qualsiasi momento i feedback non rispondono non solo alle sensibilità di riferimento, ma anche alla temperatura di emissione molto elevata e in stretta proporzione alle ampiezze di questi segnali.

Dopo la correzione di questo errore, la temperatura di emissione rende la forza di retroazione assoluta implicita nell’ intervallo di equilibrio di sensibilità risulta aumentata di CO2 nell’atmosfera(ECS), ma la differenza risulta minima nel suo intervallo di incertezza ristretto, a tal punto che l’analisi di feedback non incide sull’aumento di CO2 nell’atmosfera.

Un errore di analisi

A causa di questo errore relativo alla risposta dei feedback, i risultati dei modelli climatici sono stati sovrastimati. Per tale motivo, le proiezioni dei modelli di anidride carbonica nell’atmosfera, come tutte le proiezioni dipendenti da un’analisi di feedback, sono sopravvalutati.  Gli studi condotti finora sull’aumento della temperatura globale, quindi, risultano speculativi.

Coerentemente con l’osservazione tramite il metodo di bilancio energetico, si può stabilire che rilascio di anidride carbonica nell’atmosfera è in quantità minima. Pertanto, i rischi relativi al riscaldamento globale sono improbabile.

I costi della mitigazione del clima

In ogni caso, ogni miliardo di dollari speso per l’abbattimento impedirà <10-6 K di potenza termica; e le riserve minerali sono insufficienti per raggiungere lo zero netto. Una mitigazione del clima con costi ridotti per essere sostenibile per i governi sarà comunque inefficace; la mitigazione del clima con costi elevati per essere efficace sarà insostenibile, ma  risulterà comunque inutile.

L’analisi del feedback differenziale nel clima non è adatta a questo modello climatico perché, sebbene nella teoria del controllo tradizionale le applicazioni di risposta di feedback superino altri segnali di ordini di grandezza, in modo che si verifichi un piccolo errore, ignorano il segnale di base.

Quindi l’idea che le emissioni incontrollate possono avere effetti pericolosi è scaturito da un errore di calcolo. Dopo la correzione di questo errore nei calcoli, va riformulato tutto l’impianto teorico del cambiamento climatico. Il fattore delle emissioni dell’anidride carbonica nell’atmosfera, che desta preoccupazione dal 1990, fa parte di una situazione climatica immutata dal 1850.

Il risultato attuale rafforza la conclusione che, a causa della divulgazione di questo errore, entro un margine di incertezza di 12 K l’incertezza generale circa il riscaldamento globale resta priva di senso. La maggior parte delle stime ECS superiori a 2 K si basano su un’errata analisi di feedback, che, dato l’intervallo ristretto dei processi di feedback climatico non possono portare a stime precise. Dopo la correzione di questi dati, il rischio ridotto di emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera oscilla nel rapporto rischio-rendimento rispetto all’azione climatica da parte dell’uomo.

Le morti annuali causate dal clima sono diminuite negli ultimi cento anni

La popolazione globale sta risentendo della tematica del riscaldamento globale, ma i decessi annuali causati dal clima sono diminuiti negli ultimi cento anni. Le morti per freddo superano le morti per calore di ben dieci volte. Dal 1993 al 2022, i danni antropogenici sul clima sono aumentati quasi linearmente, mentre la temperatura è aumentata di 0,4-0,6 K. Anche se tutte le nazioni si muovessero linearmente allo zero netto entro il 2050, il riscaldamento globale potrebbe essere ridotto solo di 0.2-0.3 K.

L’obiettivo di raggiungere lo zero netto

Poiché le nazioni tranne Parigi causano il 70% delle nuove emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, il livello di riscaldamento globale che si può raggiungere se solo tutte le nazioni riducessero le loro emissioni del 30% entro il 2050 sarebbe solo dello 0,06-0,10 K.

I costi per raggiungere lo zero netto globale sono stimati intorno a $ 275 trilioni. Ogni $ 1 miliardo speso per la mitigazione del clima impedirebbe solo <10-6 K del riscaldamento a livello globale. Il fenomeno della scarsità dei metalli necessari se i governi attueranno le pratiche ambientali volti a raggiungere lo zero netto è un problema non di poco conto per la popolazione mondiale.

Il rischio dell’aumento dei costi energetici

Con la crescita della popolazione e il declino delle riserve energetiche, l’energia diventerà più costosa indipendentemente dalle politiche climatica da parte dei governi. L’errore dei climatologi nella teoria del controllo ha avuto l’effetto di fuorviare l’Occidente. Non si sta tenendo conto della reale accessibilità ancora abbondante di carbone, di petrolio e di gas.

Dopo la correzione di questi calcoli, non è necessario che le nazioni in via di sviluppo, smettano di sfruttare l’energia a carbone: la temperatura media a livello globale cambierà a malapena in entrambi i casi. Un tipo di adattamento alla situazione climatica attuale deve constare di una scelta razionale a livello economico. Per ripristinare la sicurezza energetica, la produzione di energia termica può essere mantenuta in modo sicuro. Il pianeta avrà comunque rischi limitati.

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