Il cambio di coltura può contribuire a un’agricoltura più sostenibile in Cina

Il cambio di coltura può contribuire in modo sostanziale al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo agricolo sostenibile della Cina per il 2030
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Il cambio di coltura coordinato su scala nazionale può contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo agricolo sostenibile della Cina per il 2030. Secondo quanto pubblicato da uno studio su Nature. I risultati dimostrano il potenziale del cambio di coltura per migliorare la sostenibilità ambientale senza sacrificare la produzione agricola o i redditi degli agricoltori. La Cina rappresenta il 19% della popolazione mondiale, il 19% della produzione primaria di colture e il 12% delle emissioni di gas serra legate ai sistemi agroalimentari.

L’espansione della produzione agricola cinese ha comportato crescenti sfide ambientali e il Paese è alla ricerca di strategie per sviluppare un sistema agricolo più sostenibile. Il cambio di coltura – la pratica di coltivare in successione colture diverse nella stessa area e/o di cambiare la distribuzione delle colture – può essere un modo promettente per migliorare la sostenibilità agricola.

Il potenziale cambio di coltura in Cina

I ricercatori hanno valutato il potenziale del cambio di coltura in Cina, combinando dati ad alta risoluzione specifici sulle rese e sulle aree coltivate con l’impronta ambientale di ciascuna coltura (stime del fabbisogno idrico, dell’intensità dei gas serra, del tasso di applicazione dei fertilizzanti e dell’uso dei pesticidi) e il reddito netto degli agricoltori.

Hanno quindi creato un modello per simulare il contributo del cambio di coltura allo sviluppo agricolo sostenibile su più dimensioni e in diverse regioni. Lo studio si è concentrato su 13 colture (tra cui grano, riso e soia) che rappresentano complessivamente il 94% della produzione agricola primaria cinese e il 90% della sua superficie coltivata.

Ridurre gli impatti ambientali

I risultati hanno mostrato che quando le azioni sono coordinate e ottimizzate a livello nazionale, il cambio di coltura può contribuire a ridurre gli impatti ambientali, tra cui una riduzione del 6,5% dell’uso di acque superficiali e sotterranee (la cosiddetta acqua blu), una riduzione del 6,5% dei gas serra e una riduzione dell’uso di fertilizzanti (8,1-9,8%, a seconda del tipo), aumentando al contempo i redditi degli agricoltori del 4,5%.

Quando le azioni sono coordinate da dipartimenti governativi distinti che danno priorità a una singola dimensione della sostenibilità agricola, il cambio di coltura può avere risultati migliori in alcune dimensioni al costo di compromessi per altri obiettivi.

I benefici nei cambi di coltura

Il modello ha anche identificato alcuni cambiamenti regionali nella distribuzione di colture specifiche che mostrano benefici in più dimensioni. Ad esempio, il passaggio dal mais alla soia, alla barbabietola da zucchero e al riso nella pianura nordorientale porterebbe a un aumento dei redditi degli agricoltori e ridurrebbe l’uso eccessivo di fertilizzanti e pesticidi.

Complessivamente, il cambio di coltura ottimizzato a livello nazionale potrebbe contribuire rispettivamente per il 40% e il 23% al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile della Cina per il 2030 per quanto riguarda l’uso di fertilizzanti e pesticidi, osservano gli autori.

Gli autori concludono che il coordinamento su scala nazionale, guidato dal governo centrale, è essenziale per evitare compromessi e realizzare molteplici obiettivi di sostenibilità.

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